I trattori di nuovo in piazza per chiedere lo stato di crisi e domani (giovedì 6 febbraio) è previsto un ritrovo a Vigevano a palazzo esposizioni. Poche tutele contro il cambiamento climatico, l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti destinati al consumo, tra cui pasta, latte e riso, troppa burocrazia e la poca tutela da parte della politica del made in Italy.
DI NUOVO IN PIAZZA Gli agricoltori, a distanza di un anno, tornano a protestare a bordo dei propri mezzi agricoli e lamentano ancora una volta il periodo drammatico che sta attraversando il mondo agricolo. Martedì 29 gennaio a Milano alcune decine di trattori guidati da Riscatto Agricolo Lombardia hanno raggiunto il Pirellone, sede del Consiglio regionale, e una delegazione di manifestanti ha anche incontrato alcuni consiglieri della maggioranza di centrodestra. Un corteo di trattori ha sfilato anche lungo le strade di Abbiategrasso sabato 1 febbraio e a Casatisma, in provincia di Pavia il giorno successivo.
«Chiediamo – spiega Davide Raineri, agricoltore presente ai cortei delle scorse settimane – che le regioni e il governo dichiarino lo stato di crisi socioeconomico delle piccole e medie imprese agricole e della pesca e che adottino misure straordinarie per salvarle dalla crisi e rilanciarle dal punto di vista produttivo. L’aumento dei costi produttivi e il peso e il costo di adempimenti burocratici sempre più asfissianti incidono economicamente e privano le aziende del tempo e delle risorse da dedicare al lavoro agricolo».
REAZIONI Una collaborazione tra enti e istituzioni è la proposta di Michele Lissia, sindaco di Pavia: «sostengo questa protesta, soprattutto perché pone attenzione anche alla tutela ambientale e alla protezione dei prodotti coltivati nei campi del nostro territorio. Supportare prodotti a chilometro zero significa anche garantire la qualità degli alimenti che consumiamo. In provincia si possono, a questo proposito, portare avanti campagne educative inclini a incentivare la gente a acquistare prodotti del nostro territorio». L’eccessiva burocrazia che toglie agli agricoltori tempo da dedicare alle colture è una situazione denunciata anche da agricoltori e associazioni del territorio lomellino:
«Se non si è dentro il nostro mondo – dichiara Francesca Daghetta, agricoltrice pavese – si fatica a comprendere la situazione di difficoltà che stiamo attraversando. Il made in Italy è tutelato solo con le parole, visto che a livello pratico si importa sempre dall’estero. I prezzi delle risorse sono cresciuti a dismisura. Così non possiamo più andare avanti».
Al fianco degli agricoltori si schiera anche Confagricoltura Pavia: «Le motivazioni della protesta – afferma il direttore Alberto Lasagna – sono tutte valide. La nostra agricoltura sta attraversando un periodo drammatico: per uscirne è necessario un impegno da parte di tutti gli enti coinvolti, istituzioni incluse».
Edoardo Varese