Peste suina, situazione stabile in Lomellina

La situazione è ancora da monitorare con attenzione, ma al momento i nove focolai di peste suina africana (tra i quali quelli di Mortara e Gambolò) non si sono ulteriormente diffusi. È questa la notizia emersa dal vertice convocato lo scorso lunedì a Palazzo Lombardia da Giovanni Filippini, direttore generale Sanità Animale, e nuovo commissario di governo per la lotta alla Psa. All’incontro ha preso parte l’assessore regionale all’agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Alessandro Beduschi, insieme ai colleghi di Piemonte ed Emilia-Romagna, le altre regioni coinvolte in questa ondata, e ai tecnici delle direzioni generali interessate.

IL PUNTO «In questa seconda riunione fissata a poche settimane di distanza dalla prima che si è tenuta il 1° agosto – ha commentato l’assessore regionale Beduschi – si è fatto il punto sulle indagini epidemiologiche. Obiettivo, accertare le ragioni che motivino come sia potuto accadere quanto stiamo vivendo. L’ingresso del virus negli allevamenti, tra i suini domestici, non accadeva dal 2023». «Sono state valutate le misure e i provvedimenti da applicare nelle zone di restrizione, in particolare quelle di sorveglianza e di protezione – ha spiegato il commissario Filippini – al fine di ridurre la potenziale circolazione del virus negli allevamenti e nei territori infetti». L’appello di Beduschi è quello di attenersi scrupolosamente alle regole anti-contagio:

Come assessore all’agricoltura voglio fare un richiamo al massimo rispetto delle norme di biosicurezza per garantire la massima protezione degli animali allevati.

CINGHIALI La Psa è un virus dall’alta contagiosità che si trasmette tra i suini (cinghiale e maiale domestico di fatto sono la stessa specie, Sus scrofa). Può avere una durata di diversi mesi e non rappresenta un pericolo per l’uomo. «I veicoli della peste – ha detto ancora Beduschi – possono essere i cinghiali e il fattore umano che indirettamente può veicolare il virus negli allevamenti». L’assessore, in particolare, mette nel mirino gli animali selvatici: «In Lombardia ci sono troppi cinghiali. Per questo, la Regione ha varato un’azione di depopolamento importante. L’impegno morale è alzare il livello da parte di tutti, continuare a ridurre il numero dei cinghiali con determinazione, senza mai abbassare la guardia». La nuova ondata di peste suina rischia di mettere a repentaglio 30 miliardi di reddito per mancata esportazione, con gravi le conseguenze anche per la Lombardia, dove l’allevamento suinicolo è particolarmente diffuso.

Alessio Facciolo

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