La siccità non se n’è mai andata, agricoltura lomellina già a rischio

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Non basta qualche giorno di pioggia per allontanare la siccità.

Sulle cime delle Alpi c’è il 55.9% in meno dell’equivalente idrico della neve secondo Arpa, che Legambiente traduce in 700 milioni di metri cubi d’acqua in meno.

Una situazione che si presenta come più grave di quella del 2022, in cui soprattutto il nord Italia fu colpito da una delle siccità più gravi della storia contemporanea. «L’arrivo delle precipitazioni è importante per aiutare i cereali in campo e consentire le lavorazioni dei terreni per preparare le semine primaverili – chiarisce Coldiretti -»

ma ci vorrebbe oltre un mese di pioggia in una situazione in cui si registra un deficit idrico del 30% che sale addirittura al 40% nel nord Italia

SCENARIO Del resto il bollettino idro meteo di Arpa Lombardia certifica una situazione di allarme. Se è vero che nel mese di gennaio c’è stata un’anomalia di precipitazione positiva, con nuovi apporti nevosi «significativi», è altrettanto vero che questi sono già «in parte fusi a causa delle alte temperature di fine mese». Il che vuol dire che non saranno disponibili quando serviranno: «La scarsa copertura nevosa unita alla fusione anticipata delle nevi – commenta in un comunicato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente -»

condizioneranno pesantemente le capacità dei bacini idrografici nei prossimi mesi primaverili e estivi

Uno scioglimento prematuro del manto nevoso che si combina con un aumento delle temperature che, se a gennaio sono rimaste stabili nell’area montana, hanno registrato una media in aumento dai 3 ai 5 gradi in pianura, con la Lomellina che si colloca intorno al +3. Un trend che secondo i modelli meteorologici di Arpa dovrebbe essere confermato nei prossimi tre mesi, per poi riallinearsi in giugno, mentre le precipitazioni saranno «superiori alla norma» nelle prossime settimane, per poi rientrare nei valori medi o al di sotto in aprile e maggio e di nuovo eccederli in giugno.

PP Siccità Lomellina - Siccità campo
i campi lomellini assetati d’acqua (estate 2022)

SISTEMA DEBILITATO Troppo poco, perché queste previsioni intervengono su un contesto che è quello della siccità del 2022, evidente in estate, ma proseguita in autunno e in inverno, con un effetto importante anche sull’inquinamento atmosferico. Il risultato è che ad esempio il livello del Ticino a Pavia oggi è pari a quello che aveva a inizio agosto, mentre la portata media del Po calcolata a Cremona è inferiore dell’11.4% rispetto a quella dello scorso anno e del 41.8% rispetto alla media del periodo 1972-2007. «Il maltempo con pioggia e neve hanno fatto salire di appena un centimetro il livello del fiume Po – precisa Coldiretti – che resta a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico». Anche i laghi hanno percentuali di riempimento ridotte, dal 36% del lago di Garda al 38% del Maggiore, al 19% di quello di Como. Legambiente valuta un volume di acqua invasata disponibile per l’agricoltura e gli altri usi di circa 350 milioni di metri cubi, 200 in meno rispetto a un anno fa.

SOLUZIONI Ecco perché l’estate in arrivo si annuncia altrettanto o più difficile della precedente. Anbi – Associazione nazionale dei consorzi delle acque irrigue – da anni propone un “piano invasi” per aumentare la capacità di trattenere l’acqua che cade nel corso dell’anno, un’iniziativa sostenuta da Coldiretti, ma che per ora non è stata attuata se non in minima parte. Anche Legambiente, che pure è scettica sul ricorso ai soli invasi stante la scarsità di precipitazioni che perdura, ha un programma d’intervento articolato in più punti, tra cui la ricarica controllata della falda per contrastare lo scorrimento dell’acqua verso valle e il mare, l’obbligo del recupero delle acque piovane attraverso de-sealing urbano – eliminazione del cemento in aree di città – riduzione delle perdite di rete e miglioramento dei sistemi di depurazione, riuso delle acque reflue depurate in agricoltura oggi impedito da vincoli normativi superabili, riconversione a un’agricoltura meno idro-esigente e con tecniche d’irrigazione più efficienti, aumento del riutilizzo d’acqua nei cicli industriali, incentivo dell’efficientamento idrico con misure fiscali pari a quelle previste per quello energetico nelle abitazioni.

PP Siccità - Ticino in secca
il Ticino in secca (estate 2022)

POLITICA FERMA Indispensabile il contributo di Regione Lombardia, che tuttavia, in attesa dell’insediamento della nuova giunta Fontana, non sembra cogliere l’urgenza degli interventi: «È necessario fare tesoro dell’esperienza maturata quest’anno – il laconico intervento dell’assessore uscente a Enti locali, montagna e piccoli comuni Massimo Sertori – e interrogarci sugli sviluppi futuri nella gestione delle crisi idriche». Gli fa eco Fabio Rolfi, collega con delega all’Agricoltura, secondo cui «siamo già al lavoro per affrontare al meglio la stagione irrigua 2023» attraverso un «pressing sul Governo per risarcimenti alle aziende» (guardando al passato) e «per l’attivazione di assicurazioni agevolate» (pensando ai danni futuri) e «chiedendo anche un impegno a velocizzare l’autorizzazione per i pozzi e i prelievi dalle cave e il monitoraggio costante delle riserve idriche», l’unico intervento effettivo, che non sembra tenere conto di un dettaglio: l’acqua da prelevare e monitorare manca già.

Giuseppe Del Signore

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