Scarano (Ascom): «Restrizioni uno schiaffo ai commercianti»

Scarano (presidente Ascom)
Scarano (presidente Ascom)

Una beffa per la categoria dei pubblici esercizi: è amaro il commento di Renato Scarano, presidente di Ascom Vigevano, nei confronti del nuovo Dpcm che dispone, tra le altre cose, la chiusura di bar e ristoranti alle ore 18. «La situazione era problematica e con le nuove disposizioni si è ancor più aggravata – sostiene Scarano – è uno schiaffo alla categoria, che si era adeguata a tutte le misure di sicurezza, rispettando e facendo rispettare le regole, con i negozianti che ora sono costretti a chiudere anticipatamente, a riorganizzarsi di nuovo e a trovare nuove soluzioni per andare avanti». Soprattutto nel settore della ristorazione i problemi sono ingenti: nonostante molti stiano cercando di “tamponare” proponendo il take away o le consegne a domicilio, la perdita di incassi è notevole. «Potendo fare solo i pranzi, la perdita secca resta comunque del 60% del fatturato – prova a quantificare il presidente di Ascom, che denuncia anche di come il problema non sia esclusivo di pub, bar e ristoranti – tutte le categorie sono colpite: la gente, in seguito a provvedimenti restrittivi di un certo tipo, ha infatti più paura, si chiude in casa ed evita i consumi».

Secondo una stima effettuata dall’Ufficio Studi della Confcommercio milanese per conto di Confcommercio Lombardia, la stretta anti-Covid costerà in regione complessivamente 860 milioni di euro al mese: non solo per la perdita di guadagni (ovviamente altissima per tutti quei locali aperti principalmente alla sera o all’orario dell’aperitivo che a livello regionale vedranno bruciare circa 190 milioni, ma anche per i negozi posti all’interno dei centri commerciali, chiusi dalla regione, o legati al settore sportivo, completamente fermo a livello amatoriale e dilettantistico) ma anche per i costi sostenuti fino a ora per la sanificazione e messa in sicurezza dei locali, che la Confcommercio lombarda stima in circa 1500 euro mensili di media per ogni esercizio pubblico.

Vigevano città deserta
Mercato coperto

Un settore che ora, chiede un aiuto economico per non essere costretto a calare definitivamente la serranda, un concetto che ribadisce anche Scarano: «Gli esercenti chiedono aiuto: chi ha investito per tenere aperto dopo il lockdown seguendo le regole ha bisogno di un sostegno economico». Sostegno che è necessario che arrivi il prima possibile. Ufficialmente, il nuovo Dpcm avrà effetto fino al prossimo 24 novembre: ma se la curva epidemiologica non dovesse abbassarsi, il rischio che le misure siano prolungate di settimane o mesi (o addirittura inasprite) è altissimo. «Se questa situazione andrà avanti nel tempo – è infatti l’allarme che lancia Scarano – il problema sarà poi riaprire. E questo non è un danno che coinvolge solo i titolari degli esercizi: dietro ci sono dipendenti e famiglie che contano su quello per vivere». Una situazione che, come ultimo effetto collaterale, potrebbe provocare criticità a livello umano: «Si sta creando un grosso disagio sociale – chiude il presidente di Ascom Vigevano – la gente comincia ad avere paura».

Alessio Facciolo

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