I dirigenti scolastici degli istituti secondari di secondo grado di Vigevano riflettono sulla situazione nelle scuole superiori cittadine e raccontano le misure che stanno adottando per prepararsi a gestire la didattica a distanza e, qualora si tornasse in aula, eventuali modifiche alle lezioni.

(servizi a cura di Gds, Ra)

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Elda Frojo

VIG Casale dirigente Frojo
Elda Frojo (Casale)

DAL CASALE La preoccupazione principale di Elda Frojo, dirigente scolastico del Casale, è legata al blocco della didattica in presenza. «Spero – afferma – che la misura sia adottata come extrema ratio e solo in via temporanea, anche se la situazione si evolve ormai di giorno in giorno».

Bloccare la scuola nell’immediato è a costo zero, ma gli effetti negativi della chiusura li vedremo nei prossimi anni come sta già emergendo nelle prime e nelle terze di quest’anno. E le conseguenze le subiranno i nostri studenti tra qualche anno, quando saranno svantaggiati nella prosecuzione del loro percorso formativo o nell’ingresso nel mondo del lavoro. La scuola è uno dei pochi ascensori sociali e già funzionava poco, se lo blocchiamo mettiamo in discussione il futuro dei nostri giovani

Per ora il Casale ha cercato da un lato di garantire le lezioni e dall’altro di evitare assembramenti. «Finché è stato possibile – spiega il dirigente – abbiamo mantenuto la didattica a distanza a turno per tutte le classi a eccezione delle prime: in questo modo si consente di diminuire il numero di persone a scuola salvaguardando comunque il più possibile l’attività in presenza». Possibile pensare a formule anche più agili? «Il monte ore non può essere ripensato dai singoli istituti: anche introducendo moduli da 45/50 minuti comunque bisogna garantire il tempo scuola previsto per legge e rimarrebbe il problema dei trasporti. Per il Casale la ripartizione degli studenti su più sedi e l’ingresso scaglionato alla prima e alla seconda ora sembrano abbastanza efficaci. Un passo ulteriore potrebbero essere dei pomeriggi o dei sabato in Dad». E lezioni pomeridiane qualora la situazione dovesse migliorare? «In franchezza non mi sembra un’ipotesi percorribile non solo per ragioni didattiche, quanto per gli ostacoli logistici a livello di trasporti. Alcune soluzioni sono adatte alle grandi città, meno alla provincia». Senza contare che si porrebbe il problema di «garantire la pulizia delle aule» e trovare il modo di «prevedere una pausa pranzo pur in assenza di un servizio mensa».

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