«Cercare la vera ricchezza nelle persone di buon cuore». È forse questa la sintesi di quello che Alona Borozenets e sua mamma Lyudmyla Kuchma hanno saputo trarre dopo un difficile anno di guerra in Ucraina.
Originarie della città di Kryvyj Rih nell’oblast di Dnipro, un territorio confinante con il Donbass, Alona e la sua famiglia sono i testimoni diretti di quelli che sono gli orrori del conflitto, sebbene con il loro coraggio siano riusciti a scappare e a restare sempre attivi nell’aiuto del prossimo, grazie alla rete Caritas.
LA FUGA La giovane donna ucraina è fuggita dal suo paese per raggiungere la famiglia in Italia, una storia di dolore e coraggio. «Non appena iniziato il conflitto – racconta Alona insieme alla mamma – siamo stati catapultati in una realtà assurda dall’oggi al domani, una situazione di estrema paura in cui non sapevamo cosa fare. Questa iniziale indecisione mi ha spinto a non partire subito ovvero in quel fatidico 24 febbraio, ma ad aspettare l’inizio di marzo per poter raggiungere, con i miei figli, mia mamma che era da tempo a Vigevano». Grande punto d’appoggio per la giovane mamma ucraina, infatti, è stata proprio la mamma Lyudmyla che vive nella città ducale da circa vent’anni con il compagno italiano e che ha sempre supportato con grande apprensione i viaggi della figlia.
VERSO IL CONFINE «Quando sono partita con i miei figli – continua Alona – c’era il caos più assoluto e sapevo che sarebbe stata un’impresa arrivare sani e salvi in Italia. Basti pensare che solo per arrivare alla frontiera ci volevano più di 12 ore e prendere i mezzi era pressoché impossibile essendo stracolmi di persone in fuga». Nonostante la stanchezza si facesse sentire, dopo ormai due giorni di viaggio, Alona e i bambini hanno deciso di proseguire il loro viaggio verso l’Italia, rinunciando a un posto letto in uno dei centri di accoglienza. «Abbiamo cambiato circa cinque treni – dichiara Alona – e attraversato tre paesi, Polonia, Repubblica Ceca e Austria prima di arrivare alla stazione di Verona. Nel corso del nostro viaggio abbiamo incontrato tante persone che ci hanno aiutato, come i militari polacchi, ma anche tanti civili».

AIUTO Parlando di persone generose, la giovane donna si commuove ricordando una famiglia austriaca conosciuta sul treno da Innsbruck a Verona e con cui, ancora oggi, è in contatto. «Uno dei momenti per me più preziosi – ricorda commossa Alona – è la conoscenza di una famiglia austriaca nel corso del nostro penultimo viaggio. Partendo da una semplice informazione sul percorso, abbiamo iniziato a parlare e dà lì è nata una bella amicizia, tanto che volevano sostenerci economicamente. Sebbene fossi emozionata per la loro generosa offerta, ho deciso di rifiutarla consigliando loro di inviare il denaro direttamente in patria, per mezzo di associazioni come Caritas».
ALTRI VIAGGI Grande commozione non appena Alona e i suoi bambini hanno toccato il suolo italiano, ma per lei la missione non era ancora conclusa. Il secondo viaggio, infatti, è stato intrapreso per andare a prendere la nonna Antonina di 87 anni, mamma di Lyudmyla, affetta da alcune patologie che necessitavano di una buona assistenza sanitaria. Il terzo viaggio infine, non da molto concluso, per recuperare King of Heart, il cane labrador membro ufficiale della famiglia. «Sono stati tutti viaggi complicati – conclude Alona – ma vedere quante persone siano disposte a dare una mano a chi ha bisogno, è una delle cose che mi fa avere ancora speranza nel mondo».
Rossana Zorzato