Ucraina / Rete Caritas impegnata a tutti i livelli per aiutare la popolazione

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Il conflitto ucraino continua a essere caratterizzato da bombardamenti indiscriminati nelle aree civili che non risparmiano scuole, ospedali, centri comunitari, abitazioni. L’economia di base è pressoché ferma e la vita di ogni giorno dipende quasi totalmente dagli aiuti umanitari.

I dati aggiornati dall’Onu dipingono uno scenario a tinte fosche: sono oltre 17.7 milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria, più di 5.9 milioni gli sfollati interni di cui un milione sono bambini.

Secondo quanto riportato dall’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, sarebbero oltre 13 milioni i cittadini ucraini ad aver varcato i confini del proprio paese in questi mesi di guerra, cercando riparo e protezione all’estero, soprattutto in Europa. «Dietro i numeri, i dati, le statistiche – spiega don Moreno Locatelli, direttore della Caritas diocesana di Vigevano – ci sono persone sofferenti ed è preoccupante pensare che oltre un terzo della popolazione nazionale attualmente dipende dagli aiuti umanitari, per avere accesso a tutti quei beni primari e necessari ad una vita dignitosa. Gli ucraini rimasti nel territorio nazionale, impossibilitati a fuggire in seguito all’invasione russa, sono alle prese con i continui blackout che lasciano intere città o porzioni delle stesse al freddo e al buio».

LA RETE CARITAS Le richieste di aiuto e assistenza umanitaria in Ucraina crescono e la risposta di Caritas Spes e Caritas Ucraina (le due Caritas ucraine), grazie anche al supporto della rete delle Caritas sorelle, non si ferma. Anzi aumentano, ad esempio, i centri parrocchiali dove si può trovare rifugio, protezione e beni di prima necessità, lo stoccaggio e la distribuzione di beni umanitari anche nelle aree più remote. La risposta a questa crisi si estende a tutti Paesi confinanti. A oggi sono stati lanciati progetti di medio e lungo periodo in risposta all’emergenza coordinati dalle Caritas nazionali con Caritas Internationalis e Caritas Europa in Moldavia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia.

IN DIOCESI «Per quanto riguarda l’esperienza della nostra Caritas diocesana – continua don Moreno – dall’inizio del conflitto in Ucraina il Centro di ascolto diocesano e quelli territoriali sono entrati in contatto con 70 nuclei famigliari».

In particolare si è trattato di 240 persone, di cui 82 minori

Don Moreno Locatelli

«Tutti sono stati ascoltati, orientati e sostenuti con interventi di vicinanza, di accompagnamento nello stile Caritas, sostenuti in ogni loro reale bisogno che sia sociale, sanitario o culturale che sia». Certo non è stato facile tenere traccia di tutti gli arrivi, in quanto sono stati eterogenei sia le modalità di arrivo, sia le città di destinazione, sia le condizioni di chi ha scelto di trasferirsi sul territorio della Diocesi di Vigevano. «L’estrema fluidità con cui le persone, provenienti dai territori in cui è attivo il conflitto, si sono mosse sul nostro territorio e su quello italiano in generale, è stato motivo di grande fatica nel farsi prossimi: infatti alcune, dopo poco, sono rientrate in patria mentre altre si sono appoggiate alla rete esistente di ucraini che da anni lavorano in Italia, spostandosi su altri territori o trovando lavoro».

Davide Zardo

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