Violenza / Lomellina, terra di sangue: cinque delitti in quattro mesi

Cinque uccisioni in quattro mesi: commesse da parenti, vicini di casa, conviventi, persone conosciute e vicine alle vittime e alle loro vite. La Lomellina si scopre una terra di sangue, in un 2023 che l’ha vista ai primi posti in Italia per numero di omicidi rapportati agli abitanti. Tutti, ed è forse questa la dimensione più inquietante, all’interno della sfera della quotidianità. Niente regolamenti di conti fra bande rivali, rapine finite male o sparatorie con le forze dell’ordine: poco (o nulla) di queste vicende assume le tinte noir del poliziesco, ma ha più che altro quelle scure della disperazione e di un contesto sociale sempre più sfilacciato e difficile. Gli ultimi due fatti di sangue si sono registrati la scorsa settimana e in entrambi i casi hanno coinvolto persone che si frequentavano abitualmente e che spesso condividevano lo stesso tetto.

L’appartamento di Vigevano dove si è consumato il delitto

LITE FRA CONGIUNTI E’ una rissa sfociata nel peggiore dei modi quella che ha portato alla morte di Angel Mejla Albaredo, 28enne peruviano trovato senza vita in un appartamento di via Piave, a Vigevano, nella notte fra giovedì e venerdì scorso. Le indagini delle forze dell’ordine hanno portato subito al fermo di un uomo, Mario Rodriguez Arteaga, connazionale 35enne. I due si trovavano nell’appartamento di via Piave, dove la vittima viveva, per una festicciola: assieme a loro anche la sorella di Rodriguez, convivente e fidanzata di Mejla. Sarebbe per difendere quest’ultima che Rodriguez avrebbe assalito il 28enne, che in preda ai fumi dell’alcol l’avrebbe insultata e colpita con un televisore: nella lite Mejla sarebbe caduto a terra sbattendo la testa. Inutili i soccorsi, chiamati poco dopo dalle altre persone presenti: il 28enne non respirava più. Fuggito a piedi insieme alla sorella (pare che i due non fossero in regola con i documenti), Rodriguez è stato catturato poche ore dopo, in un garage del centro storico.

Indagini a Scaldasole

DELITTO A SCALDASOLE Lo scorso 19 aprile era un mercoledì pomeriggio come tanti altri a Scaldasole, quando un uomo ferito, in un italiano stentato, è sceso nella via centrale del paese per chiedere aiuto: in un appartamento al piano terra di via Piave, coperto da un lenzuolo, giaceva il corpo sgozzato di una donna, Anila Ruci, 38enne albanese che da circa un anno e mezzo viveva in paese. Lui, Osman Bilyhu, 30 anni, anch’egli albanese, era da qualche tempo il suo convivente: da lei era stato presentato come suo fratello, anche se fra i due non vi era alcun rapporto di parentela né alcun legame sentimentale. Poche le indicazioni sull’omicidio date dall’uomo, trasportato quasi subito all’ospedale San Matteo di Pavia in stato di choc: secondo la sua testimonianza, attorno alle 5 del mattino due uomini incappucciati si erano introdotti in casa per colpire Ruci; lui l’avrebbe difesa, ma i due erano comunque riusciti a colpirla per poi darsi alla fuga. Ma se il delitto era davvero avvenuto nella notte, perché Bilyhu aveva aspettato 11 ore per dare l’allarme? Dubbio legittimo, considerando che, dalle indagini dei carabinieri effettuate visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza in paese, nessuna persona si sarebbe introdotta nell’appartamento a quell’ora del mattino. Non solo: a un esame più approfondito, le ferite del 30enne sarebbero risultate autoinflitte. Tutti elementi che hanno portato all’arresto dell’uomo (ancora piantonato al San Matteo) per un omicidio che, a ora, non ha ancora alcun movente.

Una manifestazione a Mortara per la morte del giovane nigeriano

GLI ALTRI CASI Due episodi che si aggiungono alla lunga scia di sangue degli ultimi mesi. Nel pomeriggio dell’11 marzo, a Cilavegna, il parrucchiere in pensione Mauro Casazza, 67 anni, ha sparato alla moglie Pinuccia Contin mentre dormiva, prima di togliersi la vita lui stesso. La donna, ancora viva all’arrivo dei soccorsi, è spirata pochi giorni dopo in ospedale. Misteriose le cause del delitto, anche se l’uomo in passato aveva sofferto di uno stato depressivo. A inizio mese, il 3 marzo, in un cascinale di Mortara sulla strada per Olevano una lite di vicinato per le utenze di luce e gas era sfociata in un altro omicidio: vittima il 25enne nigeriano Christian Ikogwe, domiciliato in un appartamento in affitto assieme al fratello proprio all’interno della cascina. Il giovane stava discutendo animatamente, assieme a un connazionale, con la padrona di casa, rea a suo dire di avergli lasciato l’alloggio senza gas ed energia elettrica. Nella lite è intervenuto il figlio della donna, Antonio Canale, 46 anni, che ha colpito il nigeriano all’addome con alcune coltellate. Il giovane, fuggito in bicicletta e crollato senza forze nei pressi di un benzinaio a Mortara, è stato trasportato al San Matteo, dove è spirato qualche ora dopo.

A inizio anno il primo, tragico, fatto di sangue: l’11 gennaio, nelle campagne della Morsella, il corpo carbonizzato di Ibrahim Mohamed, 44enne egiziano residente a Cilavegna, viene ritrovato da un cacciatore all’interno della sua automobile, anch’essa bruciata. Poche ombre sulla vita dell’uomo, senza precedenti e lontano da ambienti criminali. Le indagini dei carabinieri, durate qualche settimana, ricostruiscono un quadro complesso: Mohamed sarebbe stato ucciso a colpi di fucile in un capannone di Cassolnovo (dove lavorava e spesso dormiva) dai famigliari di una ragazza con la quale anni prima aveva avuto una bambina. La custodia della figlia, che il 44enne voleva a tutti i costi, sarebbe stata la causa dell’omicidio, secondo gli inquirenti pianificato ed eseguito dalla famiglia di lei. Per il delitto sono stati arrestati Antonio Rondinelli, 60 anni, e i figli Massimo e Claudio (34 e 39 anni); ai domiciliari la moglie e madre Carmela Calabrese, 56 anni, mentre è stato arrestato e poi messo sotto protezione un altro uomo, genero dei Rondinelli, che ha collaborato alle indagini.

Alessio Facciolo

Le ultime

Parona, rinasce la piazza antistante San Siro

Adesso Parona ha una nuova piazza che è stata...

Gravellona, richiesto l’aiuto del Comune per sterilizzare una colonia felina

«Il comune intervenga per consentire la sterilizzazione di una...

Vigevano, a Palazzo Merula la scuola di Mastronardi

Con “La scuola di un tempo” il Lions club...

A lezione per riconoscere l’ictus

Riconoscere i sintomi dell’ictus per salvare vite. Questo lo...

Login

spot_img