120 anni di Araldo: il commento del direttore

E’ giusto ricordare particolari traguardi di un giornale, perché negli anniversari si rivivono fatti, persone, momenti di vita e soprattutto prevale l’atteggiamento della gratitudine, pensando a tutte le persone che nel corso degli anni hanno dato vita a quel giornale, dai giornalisti, ai tipografi, ai correttori di bozze, agli edicolanti, le poste di distribuzione… nello stesso tempo, però, l’anniversario di un giornale non è mai solo un punto di arrivo, ma soprattutto un punto di partenza, nella capacità dello stesso giornale di essere “attuale” e per certi verso anche “profetico”.

Certamente porta con sé un bagaglio di storia, ma nello stesso tempo sappiamo che un giornale è già “vecchio” il giorno dopo che è stato stampato, in quanto è pronto a “raccontare” una pagina nuova della realtà sociale, culturale, quotidiana di “vita vissuta” cui si riferisce.

Un giornale come l’Araldo e, con lui, tutta la bella realtà dei settimanali diocesani, sa di avere anche una caratteristica in più, che è quella della comunità diocesana da cui è sostenuto. Spesso si pensa che un settimanale diocesano sia soprattutto un “foglio” di comunicazione all’interno della vita ecclesiale, con le notizie delle diverse iniziative parrocchiali o di associazioni cattoliche e gli avvisi per gli appuntamenti che coinvolgono la comunità cristiana.

E’ anche tutto questo, ma “soprattutto” non tutto questo, in quanto un settimanale diocesano è “espressione” della vita diocesana, non per “raccontarsi”, ma per “raccontare” agli altri

Se un giornale cattolico “racconta” ad esempio la “giornata della vita”, non lo fa semplicemente per ricordare a tutti che c’è la “veglia di preghiera”, ma soprattutto per “annunciare” la vita, grazie alla testimonianza e ai pensieri di tutta la comunità.
E’ bello pensare che l’Araldo non voglia semplicemente parlare al mondo cattolico della diocesi, ma sia espressione viva e attuale dello stesso mondo cattolico, non solo per quanto riguarda le notizie di vita ecclesiale, ma soprattutto per significare una presenza propositiva di fronte alle grandi sfide che la società di oggi ci mette davanti.

Sappiamo, ad esempio, che oggi il mondo giornalistico della carta stampata sta vivendo un momento di crisi, lasciando (anche giustamente) il passo alle altre forme di comunicazione, più immediate, ma per quanto riguarda i giornali cattolici la “crisi” spesso non è da individuare per il calo delle vendite, ma per il rallentamento della tensione comunicativi di tutta la comunità diocesana, forse spesso troppo ripiegata in se stessa e non sempre in grado di “inventare” quelle notizie che sono in realtà testimonianze e momenti di vita per il proprio cammino di fede.

Per questo abbiamo la presunzione di cogliere dai 120 anni dell’Araldo uno stimolo per tutta la comunità diocesana, che si interroghi su come oggi riesce a “comunicare”, organizzando la propria dimensione pastorale con l’ansia dell’evangelizzazione e non solo per un cammino da vivere “tra noi”, ma con l’impegno di “far conoscere” e di “annunciare” il Vangelo nella sua dimensione pastorale

Il nostro giornale certamente non si tirerà indietro di fronte a questa sfida, rendendosi non solo disponibile ad “ospitare” il cammino della comunità diocesana vigevanese, ma soprattutto a “viverlo”, naturalmente con i compiti che vengono affidati ad uno strumento di comunicazione. Questo importante traguardo certamente donerà a tutti noi una bella e tonificante iniezione di entusiasmo!

don Emilio Pastormerlo

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L'Araldo Lomellino da 120 anni racconta la Diocesi di Vigevano e la Lomellina, attraversando la storia di questo territorio al fianco delle persone che lo vivono.