Galiani stravince il congresso azzurro. Sul tavolo ora “questione vigevanese”

Alla fine vince Antonello Galiani. Anzi trionfa. Sbaraglia il suo avversario al congresso, Amedeo Quaroni, vice presidente della Provincia, e diventa segretario provinciale di Forza Italia con il 70 per cento dei voti. La “conta” gli ha dato ragione (finisce 1151 a 542 e va bene anche con i voti ponderati) e il confronto con chi rappresentava il parlamentare azzurro Alessandro Cattaneo non ha storia. La lunga fila dei tesserati che si sono messi in fila domenica scorsa alla sala dell’Annunciata a Pavia per votare ha scritto la sua “sentenza” incoronando l’ex vice sindaco di Vigevano e di Gambolò.

E ADESSO? Il vincitore non nasconde la sua soddisfazione e oltre ai ringraziamenti di rito a chi lo ha scelto, a domanda diretta non si nasconde. Cosa fa il nuovo segretario nei confronti del gruppo vigevanese? Lo caccia? Come aveva annunciato il suo predecessore Antonio Bobbio Pallavicini. «Lascio il tempo necessario ai due consiglieri e ai due assessori vigevanesi – precisa Galiani – per fare le loro riflessioni su ciò che avrebbero comunque dovuto fare da tempo». Per il nuovo capo provinciale degli azzurri,

l’obiettivo è comunque sempre includere e ampliare il gruppo per dare forza al partito a livello di consiglio ma ora è arrivato il tempo di sbloccare la situazione.

UNA SETTIMANA PER PENSARE I «Una settimana di tempo per riconoscere chi è stato eletto democraticamente. Ciò che non era successo in passato perché non avevano riconosciuto nè il segretario regionale Sorte né il commissario provinciale Bobbio Pallavicini». Alessandro Rubino, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Vigevano e leader del gruppo dei “dissidenti”, non aspetta una settimana per rispondere e, dalle sue dichiarazioni, è chiaro che non ha nessuna intenzione di fare passi indietro rispetto alle posizioni assunte contro il trio Onori, Garifullina e Squillaci, sponsorizzati dal nuovo corso del partito di Berlusconi in provincia di Pavia.

CONGRESSO DA “CONTA” «A noi non è piaciuto il modo in cui è stato condotto il congresso – sottolinea Rubino -. Speravamo di avere la possibilità di parlare, come prevede il regolamento, ma non è stato possibile. E’ stato un congresso orientato a contarsi, dove abbiamo visto più rancori personali che motivazioni politiche. Certo, ora la situazione è in salita ma riteniamo che la coerenza sia un valore. Noi non cambiamo idea. Ci può essere un dialogo solo se le nostre idee vengono rispettate in modo dignitoso. Ai diktat diciamo no e continuiamo ad essere fedeli ai cittadini che ci hanno votato e alla maggioranza in cui siamo stati eletti».

Antonello Galiani

ANNI SENZA RISPETTO Secondo Galiani «si arriva da troppi anni di gestione del partito senza il rispetto politico nei confronti di tutti gli amministratori e simpatizzanti. Ora, finalmente, non ci saranno più equivoci sui ruoli del nostro partito, né al nostro interno, né, soprattutto, con i nostri alleati. Il risultato è stato schiacciante sia sui voti ponderati degli amministratori sia su quelli dei tesserati. Questo dato – aggiunge il neo segretario provinciale – conferma che non bisogna avere paracadutati. Ma bisogna combattere giorno per giorno per il bene comune del partito e non essere subalterni agli altri partiti come forse si è fatto in questi lunghi anni. La provincia di Pavia dovrà esprimere al proprio interno i propri candidati che correranno negli appuntamenti più importanti, come Camera, Senato e Regione».

CATTANEO: «DISCUTERE» Per l’onorevole Alessandro Cattaneo «è arrivato il tempo delle responsabilità. Per mediare bisogna discutere. Serve un confronto che cambia il clima pesante di questi ultimi tempi».

INVERNIZZI: «ADATTARSI» Secondo il consigliere regionale Ruggero Invernizzi «i nostri avversari sono all’esterno, nel centrosinistra e non nel centrodestra. Ora servono proposte politiche e una mediazione utile per il partito. Dobbiamo impedire ad Azione e Italia Viva di ergersi a rappresentanti del centro. L’indicazione arrivata dal congresso è che c’è un vincitore netto. Chi non ha vinto si adatti. Ora basta. Serve una democrazia ordinata, attenta alla meritocrazia».

Massimo Sala

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