Prestazioni private per ridurre le attese

Lavoro intramoenia tra dubbi e aspettative. I medici assunti presso strutture pubbliche o convenzionate possono svolgere attività libero professionale in spazi appositamente adibiti degli ospedali presso cui lavorano, ora proprio queste prestazioni “private” sono una delle risorse a cui il ministero della Salute pensa di attingere per ridurre i tempi d’attesa.

DI COSA SI TRATTA? Il lavoro intramoenia si riferisce appunto alle visite specialistiche erogate al di fuori del normale orario lavorativo dai medici, i quali usano le strutture ambulatoriali e diagnostiche del nosocomio stesso per visitare i pazienti che ne fanno richiesta. Visite che, in ogni caso, sono previste dal Servizio sanitario nazionale e per le quali bisogna pagare una tariffa (cosa che le distingue dalle private), avendo in cambio la possibilità di scegliere il professionista. Se per molti professionisti il lavoro intramoenia può essere quindi una valida via d’uscita dal problema liste d’attesa, d’altro canto ci sono alcuni fattori da chiarire e appianare affinché questa soluzione possa essere effettivamente valida.

ORGANIZZAZIONE In merito alla delibera regionale 2224/2024 di Regione Lombardia per il contenimento dei tempi d’attesa di visite specialistiche ambulatoriali e ricoveri, prende la parola l’Ordine dei medici di Pavia. «Se non si affronta in primo luogo la carenza di personale medico e la necessità di riorganizzare la rete ospedaliera – spiega Claudio Lisi, presidente dell’Ordine dei medici di Pavia – anche una decisione positiva come questa rischia di portare pochi effetti». Un incremento di prestazioni sanitarie che, secondo Lisi deve prima passare da una valorizzazione del personale medico e sanitario.

La richiesta di incremento di prestazioni deve in primo luogo confrontarsi con la valorizzazione del personale medico – sottolinea Lisi – A maggior ragione in un contesto come quello che stiamo vivendo in questo periodo, con tutte le difficoltà delle aziende ospedaliere e degli enti pubblici, per assicurare un clima di lavoro che protegga sempre più i medici dalla pressione a cui sono sottoposti.

OTTIMIZZAZIONE Un punto cardine per migliorare le prestazioni sanitarie sta soprattutto nel potenziamento economico e umano del personale, sebbene questo risulti il più delle volte un fattore non sempre facile da attuare. «La misurazione delle prestazioni è importante – conclude Lisi – ma non può essere l’unico strumento per ridurre le liste d’attesa. Voglio ribadire che ci vuole un’effettiva valorizzazione, in parte anche economica, del merito e dell’impegno del personale medico e sanitario».

Rossana Zorzato

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