Diagnosticare precocemente il tumore alla prostata grazie alla campagna di screening di Regione Lombardia. Un tumore molto diffuso tanto che, secondo i dati del Ministero della Salute, nel solo 2023 sono emerse 41.100 nuove diagnosi e 8.200 decessi stimati nel 2022. Neoplasia che rappresenta il 19.8% di tutti i tumori nell’uomo, ragion per cui non bisogna abbassare la guardia.
IL QUADRO «Il tumore alla prostata è il più frequente nella popolazione maschile e questo chiaramente lo rende un problema da un punto di vista sia epidemiologico sia medico sia sociale – spiega il dottor Richard Naspro, direttore della Sc di Urologia del San Matteo di Pavia – Si tratta di una neoplasia con diverse sfaccettature e diverse forme che colpisce con più probabilità gli uomini dopo i cinquant’anni, tant’è che la media di diagnosi è intorno ai settant’anni». Importante è una diagnosi precoce della malattia, anche se
non tutti i tumori della prostata sono uguali – continua Naspro – vi sono infatti alcune forme che possono essere indolenti e che quindi non necessitano alcun trattamento. Ci sono invece forme aggressive che possono essere dei veri e propri killer, pericolosi per la sopravvivenza.
SCREENING Per questo riveste un’importanza primaria aderire agli screening di primo livello e fare un controllo regolare a partire dai 50 anni d’età. «La misurazione del Psa, che è un esame del sangue, permette di individuare eventuali problemi nel paziente in modo tempestivo – racconta l’urologo – e, se necessario, sono previsti ulteriori approfondimenti diagnostici al soggetto, come la visita urologica, la risonanza magnetica e la biopsia». Il tumore prostatico cresce in maniera silenziosa perché è asintomatico negli stadi iniziali, è importante quindi monitorare il proprio stato di salute soprattutto per chi ha fattori di rischio, in primis la familiarità. «A partire da questo mese di novembre Regione Lombardia sta iniziando un percorso di screening unico nel suo genere in Europa – dichiara Naspro – dove vengono invitati tutti gli uomini dai 50 anni di età a sottoporsi gratuitamente al Psa ed eventualmente alla presa in carico».
TRATTAMENTO Qualora ci si trovi di fronte a una diagnosi di tumore occorre subito ricorrere al trattamento della patologia, grazie all’istituzione di un lavoro di rete. «Dopo aver sottoposto il paziente a una biopsia, la decisione dell’eventuale trattamento deve per forza passare attraverso un team multidisciplinare – conclude Naspro – in quanto la malattia è diversa da soggetto a soggetto. L’urologo si confronterà con altre figure professionali quali il radioterapista, l’oncologo, il radiologo, il patologo, il medico nucleare ed eventualmente altri specialisti come psicologo e nutrizionista».
Rossana Zorzato