Un regalo per la mamma e un aiuto ai bambini e ai ragazzi del Sud Sudan. Sarà possibile unire queste due cose grazie ai volontari dell’associazione padre Francesco Carnevale Garè, che sabato 11 e domenica 12 maggio dalle 9 alle 12 saranno in piazza Cavour a Gambolò con il loro banchetto, dove sarà possibile comprare un regalo o una piantina. In questo modo non sarà possibile soltanto fare un regalo a una mamma italiana, ma anche aiutarne una del villaggio di Tonj con i suoi figli.
PRESENZA CONCRETA In tutto nel villaggio africano, grazie agli sforzi dei volontari gambolesi è stato possibile realizzare una scuola secondaria con 310 ragazzi, che fanno parte di un complesso scolastico più alto che copre dalla materna fino alle superiori. Tra asilo e primaria gli studenti sono in tutto 725, 152 quelli dell’alfabetizzazione fino a un totale di 1187 tra ragazzi e bambini.
PER SUOR ROSA La missione è quella in cui ha operato suor Rosa Farina, gropellese di nascita e gambolese di adozione, che ha trovato il sostegno del gruppo missionario. «Siamo nati 50 anni fa – spiega Grazia Zorzoli – come gruppo giovanile a Gambolò e successivamente ci siamo trasformati in associazione, alla quale da qualche anno è possibile anche devolvere il 5 per mille. Ci chiamiamo associazione Padre Carnevale Garè perché era il primo missionario a cui devolvevamo quanto raccoglievamo. Era gambolese e operava in Camerun. Dopo la sua morte ci siamo dedicati a sostenere suor Rosa Farina, che ha lavorato tanto e molto legata a Gambolò, perché c’era sua cognata, che era ostetrica».
IL SUD SUDAN È stata proprio suor Rosa ha iniziare a operare in Sud Sudan. «Ha cominciato – spiega Zorzoli – a operare in Africa. All’inizio era in Kenya, ma quando era già anziana ha accettato la sfida di aprire la scuola in Sud Sudan, che è l’ultimo paese ad avere avuto l’indipendenza, ma è poverissimo, perché è devastato dalle guerre. È andata a Tonj e ha fondato la missione con la scuola, perché conscia del fatto che se si dà un’istruzione ai giovani, si possono migliorare le cose. Ha cominciato con una scuola materna e poi elementare, medie. Lei sognava di aprire una scuola superiore, ma poi chi è venuto dopo è riuscito a farla partire. Accoglie ragazze e ragazzi in egual numero perché lei voleva che avessero pari diritti uomini e donne. L’anno scorso questa scuola superiore ha ricevuto il riconoscimento come miglior scuola perché ci sono insegnanti molto bravi. I ragazzi hanno superato i test con più del 99% di promozione».
Noi organizziamo diversi eventi nel corso dell’anno un po’ a raccolta fondi. Non abbiamo spese o costi. Ogni euro raccolto va alle scuole salesiane.
Il Sud Sudan e le contese per suddividersi il petrolio
C’è un paese, il terzo più grande dell’Africa, in cui convivono una instabilità politica enorme, altissimi livelli di povertà (reddito pro capite di 1000 euro all’anno), ma tanto petrolio: il Sudan. Già nel 1956, anno dell’indipendenza, ci fu un tentativo da parte del Regno Unito di “staccare” il Sud Sudan dal resto del paese per unirlo all’Uganda. Non ebbe seguito, ma costituì un precedente a quanto accaduto nella storia recente.
SECESSIONE Il 9 luglio del 2011, a seguito di un referendum, il Sud Sudan è divenuto uno stato pienamente indipendente. Una ferita per uno stato che ha vissuto spesso repressioni a opera del governo centrale (sempre presieduto da uomini di religione musulmana, referenti della maggioranza araba del paese) ai danni delle varie tribù, di etnia e religione diverse. Nel 2003 queste continue repressioni assunsero la connotazione di una vera e propria guerra civile: in questo contesto il governo centrale, per reprimere le rivolte, arruolò i “janjaweed” (miliziani nazionalisti arabi) che si macchiarono di numerosi crimini esacerbando le divisioni interne al paese.
IN FIAMME Il Sudan ha vissuto due guerre civili in poco più di sessant’anni. La prima (dal 1955 al 1972), combattuta tra il governo centrale e i separatisti del sud, terminò con accordi di pace fragili; la seconda (tra il 1983 e il 2005) combattuta tra nord (in prevalenza musulmani) e quelle del sud (in prevalenza cristiani). Gli accordi della seconda guerra civile assunsero particolare importanza perché concessero l’indipendenza alle province meridionali per un “periodo di prova” di sei anni (a cui nel 2011 seguì un referendum per l’autonomia).
ORO NERO A oggi, nonostante l’ufficialità dell’indipendenza dello stato del Sud sostenuta anche da risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu, rimangono numerose controversie. Da una parte alcune regioni (una su tutte quella di Abyei) rimangono contese e dall’altra si assiste a un acceso dibattito sulla ripartizione del petrolio (principale sostentamento per la precaria economia del paese). Le controversie basano il loto fondamento sul fatto che la maggior parte dei giacimenti petroliferi sono situati nelle regioni del sud, mentre il nord può vantare la maggior parte delle raffinerie e dei punti atti all’export.
A cura di Andrea Ballone ed Edoardo Casati