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A Sartirana e Pieve del Cairo vivono una trentina di persone provenienti dall’Argentina, con cittadinanza italiana ereditata da genitori e nonni. L’associazione “Cuore argentino”, con sede a Milano dal 2015, si occupa di loro, è presieduta da Alejandro Librace con un migliaio di iscritti, ed è riconosciuta dal Consolato argentino e si occupa di promuovere la cultura argentina in Italia, attraverso convegni e spettacoli. A Sartirana dal 2022 c’è una sede di “Cuore argentino”, di cui è responsabile Gabriela Corigliano, in Lomellina da vent’anni.
BARRIO LOMELLINO La sezione locale, in accordo con quella lombarda e col Consolato argentino di Milano, ha attivato un progetto in collaborazione con le amministrazioni comunali di Sartirana e Pieve del Cairo per ripopolare la Lomellina, dove le giovani famiglie sono in diminuzione.
«Gli argentini discendenti da italiani che ai primi del ‘900 erano emigrati oltre oceano – spiega Corigliano – sono circa 30mila e hanno ereditato la cittadinanza italiana: pertanto possono venire in Italia. Diciamo che per questo progetto sono preferite le famiglie, perché più stabili. I due sindaci si occupano della parte burocratica, e i ragazzi vanno tutti a scuola in Lomellina, tranne gli studenti che da Pieve puntano verso Voghera e da Sartirana fanno riferimento a Casale Monferrato soprattutto per materie tecniche come elettronica e informatica, più un utente del liceo artistico».
IL RICHIAMO Molti italo-argentini su Facebook chiedono informazioni sulla possibilità di venire in Italia. «Il Sud è la scelta più facile – spiega Gabriela – sia come documentazione sia come scelta di vita. Però quando finisce il periodo turistico vengono al Nord per trovare lavoro. Noi invitiamo le famiglie a dare un occhio alla Lomellina, con i pro e i contro che questo comporta: a Pieve ad esempio non c’è il treno ma il pullman. A chi ha solo 500 euro diciamo di no, per non illuderli. E finora tutti quelli arrivati in Lomellina hanno trovato lavoro».
IN CRISI L’Argentina versa in una grave crisi economica, che favorisce l’emigrazione. A questo si aggiunge il narcotraffico proveniente dal Messico, dove le restrizioni per la produzione di droga sono più forti, mentre la “Terra dei gauchos” è più tollerante. «Quando un Paese è in povertà – spiega Gabriela – si presta a queste situazioni di sofferenza, e l’Argentina ha meno divieti per la lavorazione di prodotti chimici destinati a raffinare la droga. Questo è un grosso problema perché a Buenos Aires e Rosario la gente si chiude in casa e non esce nei barrios per paura di essere rapinata o uccisa. Il paradosso è che lì la casa di proprietà costa in dollari più che in Europa, ma gli stipendi non sono proporzionati».
Davide Zardo