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Un aiuto a 360° affinché nessuno si senta solo. Non solo borse spesa e centri d’ascolto, la Caritas diocesana di Vigevano mette a disposizione il suo aiuto anche per chi non riesce a sostenere le spese sanitarie. Trend sempre più presente a livello nazionale, non risparmia nemmeno i cittadini di Vigevano e della Lomellina, molti dei quali non riescono ad acquistare farmaci o fare visite specialistiche.
IL CASO «In questi ultimi tempi quello della povertà sanitaria è un tema che sta sempre più emergendo anche nel nostro territorio – racconta don Moreno Locatelli, direttore della Caritas diocesana – ma è anche vero che noi di Caritas abbiamo una risposta concreta a questo tipo di problema». Una vera e propria collaborazione di rete che non coinvolge solo i volontari, ma anche altre realtà del territorio.
Abbiamo messo in campo delle convenzioni con diverse farmacie del territorio – continua don Locatelli – per cui viene data la possibilità di sostenere anche economicamente il costo di farmaci da banco o presidi medici per i più bisognosi.
ACCESSI Quello sanitario è un bisogno che, oltre a essere di primaria importanza per il benessere sociale, vede un peso particolare nel numero di accessi allo sportello d’ascolto. Stando ai dati del centro di ascolto diocesano “don Tarcisio Comelli”, nel corso dello scorso anno il 19% delle persone incontrate hanno delineato problemi riguardo alla salute, oltre che difficoltà legate a redditi bassi, mancanza di lavoro ed emergenza abitativa. Ma se si pensa che l’emergenza sanitaria riguardi in prima linea solo chi è già colpito da povertà, non è così come sembra. A cadere nella spirale delle rinunce anche le famiglie non povere e i cosiddetti “working poor” ovvero coloro che lavorano, ma che non riescono ad arrivare alla fine del mese.

ASSISTENZA Povertà sanitaria divisa quindi tra difficoltà nell’acquisto di farmaci e tra la rinuncia di farsi visitare. «È vero che la prestazione da pronto soccorso in Italia è garantita a chiunque, italiano, straniero, con o senza residenza che sia – continua don Locatelli – il problema subentra poi una volta fuori dall’ospedale, soprattutto per tutte quelle persone che non hanno propriamente le “carte in regola”». Un passaggio complesso che mina la salute delle persone. «Nel caso una persona senza residenza avesse bisogno di cure, non avendo un medico di medicina generale non può avere la prescrizione della ricetta – spiega il direttore della Caritas diocesana – una situazione complessa, a cui però alcuni nosocomi stanno già trovando una soluzione». Non avendo Caritas dei medici volontari a cui potersi rivolgere, «vi sono in Provincia degli ospedali in cui sono attivi degli sportelli, mi vengono in mente Pavia e Voghera. Si tratta di un servizio attivo anche per chi vive in situazioni particolari o non ha residenza e a cui si riescono dare delle risposte concrete».
Rossana Zorzato