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Giovani italiani alla ricerca di un futuro promettente, ma lontano da casa. Questo quanto emerge dal rapporto “Italiani nel mondo” 2023. Lo studio, a cura della Fondazione Migrantes, partendo da una rilevazione Gallup evidenzia come i lavoratori italiani siano i più stressati (49%) e i più tristi (27%) a livello europeo. Dati che sono uno dei fattori che spingono gli abitanti della penisola a cercare migliori prospettive all’estero: anche se rispetto al passato il flusso subisce un rallentamento nel ritmo, la perdita di risorse umane – soprattutto giovani e in molti casi qualificate – accentua la “questione italiana” del lavoro e della tenuta socio-economica del Paese.
SPOSTAMENTI La frustrazione lavorativa si rispecchia nei movimenti migratori, sia interni al paese sia verso l’estero, in deciso aumento dall’anno della pandemia anche se meno con un passo più ridotto rispetto al 2021. Nel 2022 i movimenti migratori interni all’Italia sono in crescita del 4% rispetto ai dodici mesi precedenti e del 10% rispetto al 2020. Nondimeno se la migrazione da sud a nord ha rappresentato, e rappresenta tuttora, un flusso migratorio costante dell’Italia repubblicana, oggi molti italiani scelgono mete fuori dai confini nazionali, una situazione che richiama di più l’Italia di inizio Novecento; pur con proporzioni molto diverse – all’epoca l’impatto fu più ampio – interessa soprattutto i giovani. Sempre secondo il Rapporto, il 44% delle partenze per espatrio avvenute nel periodo da gennaio a dicembre 2022 ha riguardato i giovani italiani nella fascia d’età dai 18 ai 34 anni. Se all’interno dei confini il tema è l’inverno demografico con la progressiva riduzione della popolazione, l’Italia “di fuori” continua a crescere, tanto che i connazionali che ad oggi hanno lasciato il Belpaese sono circa 6 milioni, dato che dal 2006 ad oggi è aumentato del +91%. Pertanto mentre l’Italia continua a perdere residenti e, di conseguenza, risorse per il futuro del paese, i registri dell’Aire attestano 5.933.418 italiani residenti all’estero, circa il 10.1% dei 58.8 milioni di italiani residenti in patria, considerando appunto solo chi ha registrato la residenza estera e non i tanti che la mantengono in Italia e che quindi sfuggono alle rilevazioni. L’ascesa nel 2022 è avvenuta in maniera meno sostenuta rispetto agli anni precedenti.
Individuare percorsi concreti per garantire il ritorno in Italia, in condizioni di lavoro soddisfacenti, è una sfida fondamentale – scrive il presidente Mattarella nella sua lettera alla fondazione Migrantes – una sfida che le istituzioni e la politica devono saper raccogliere.
IL PROFILO Nel frattempo, l’Italia che cresce all’estero è sempre più giovane e sempre più donna. Secondo i dati di Aire, l’Anagrafe Italiani Residenti all’estero, il 48.2% dei 6 milioni di italiani all’estero sono donne (circa 2.8 milioni). Una presenza, quella delle italiane, che dal 2006 al 2023 è di fatto raddoppiata, arrivando al +99.3%. E se l’Italia continua a essere un paese per vecchi, proprio i più giovani spiccano il volo oltre i confini nazionali, rendendo l’Italia dei residenti all’estero sempre più giovane. Guardando più da vicino i dati, la fascia dai 18 ai 34 anni rappresenta il 21.7% di connazionali all’estero, circa 1.2 milioni di italiani tra i quali molti laureati e diplomati; se la si unisce alla fascia dai 35 ai 49 anni si arriva a circa 2.5 milioni di persone: infatti anche questi ultimi sono in costante aumento nel corso degli ultimi anni, arrivando a raggiungere il 23.2% della popolazione all’estero ovvero oltre 1.3 milioni di italiani.
SCEGLIERE DI ANDARE O TORNARE Anche la scelta dello stato di destinazione è ben chiara. Se lo “American dream” attrae ed è un po’ l’emblema della rinascita e della svolta di vita, è l’Europa a registrare il numero maggiore di italiani all’estero. Il vecchio continente accoglie oltre 3.2 milioni di italiani, circa il 54.7% del totale, con Regno Unito, Germania, Francia e Svizzera al primo posto delle scelte, molte delle quali legate alle maggiori e migliori opportunità lavorative. Nonostante tutto, «l’esecutivo ha messo in atto interventi che favoriscono rientri, reinserimenti e progetti di scambio – scrive il ministro degli esteri Tajani nella lettera alla fondazione Migrantes – puntando anche sul ruolo dei media e auspicando in un’informazione e valore di ritorno anche per chi sta in patria».
Rossana Zorzato