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Alla fine la provincia di Pavia arriva scornata come al solito. Forse ce la farà Ciocca. Il resto è solo una “gara interna” finalizzata a stabilire i futuri equilibri. E da qui c’è un dato incontrovertibile: la Lega esce fortemente ridimensionata, Forza Italia fa qualche passettino, mentre FdI una passeggiata trionfale. A Gambolò, ad esempio, dove c’era candidata Elena Nai, il partito della Meloni arriva addirittura al 40%. Inevitabile, a questo punto, l’infinita commentistica pro e contro, guardando agli equilibri territoriali con l’occhio agli equilibri di poetere delle principali città della Lomellina.
Zorzoli Rossi non le manda a dire e si prepara a battere cassa. Lo dice chiaramente al nostro corrispondente, come è possibile leggere nell’intervista a piè di pagina. Del resto, è evidente come a una percentuale che si aggira attorno al 35% sul territorio prima o poi bisognerà dare una risposta.
Il sindaco di Vigevano, l’unico Lumbard a rispondere all’assillante ricerca di commenti, cerca di dare una risposta che salvi capre e cavoli, andando ad analizzare quella parte relativa alle cifre che sostengono in qualche modo quella che, in parte (ed è innegabile), è una debacle per i lumbard. Per il momento non cambierà molto nella stanza dei bottoni della città ducale, ma non si può nascondere il fatto che qualcuno chiederà conto. Non va dimenticato, inoltre, che anche con Forza Italia si sta come «color che stan sospesi». A Mortara, invece, la Piani è felice e guarda già alle amministrative della capitale della Lomellina, dove non c’è certamente la serenità dei momenti migliori. Per ora si sta andando avanti, ma quanto durerà. Galiani scalpita, come al solito canta vittoria. E non è uno che dimentica e, soprattutto, rivendica. Insomma le Europee in provincia di Pavia avranno degli effetti quanto meno a lungo termine.
Non va dimenticato, infine, che il centrosinistra, come dice il segretario nazionale, sta arrivando. A Vigevano non fanno festa ma sono particolarmente soddisfatti. Anche il sindaco ammette che bisognerà in qualche modo tener conto del Pd. Al di là di tutto, se il capitano stopperà Angelo Ciocca, unico supesrtite per ora dei “pavesini” (è il caso di dirlo), dovrà rendere in qualche modo conto a questo territorio dimenticato da Dio e dagli uomini. L’unico avamposto è l’ex sindaco Andrea Sala che, al Pirellone, per ora, sta organizzando trasferte per il taglio dei nastri.
Ms, Af, Ev, Ec, Ez.
Pd e M5S: Arianna Spissu: «Soddisfatta»
I voti di Vigevano lasciano soddisfatti i dirigenti locali del Partito Democratico. Questo è il pensiero di Arianna Spissu, segretaria del Pd ducale, secondo in città dietro solo a FdI: «Il Pd ha ancora una volta dimostrato di avere elettori convinti; il plebiscito di preferenze che ha ottenuto Cecilia Strada ci conferma il buon lavoro fatto dal nostro circolo. A Vigevano siamo il secondo partito con più di mille voti sopra la Lega, di cui Vigevano è stata roccaforte per tanti anni». Per Spissu per la governance ducale è il momento di riflettere:
Il governo della città sarà seriamente messo in discussione dalla debacle della Lega. Essere passati da primo a terzo partito della città dovrà fare molto riflettere il nostro sindaco e la giunta.
Simone Verni, candidato del Movimento 5 Stelle, ottiene 708 preferenze nella provincia pavese per le elezioni europee. Il vogherese, consigliere regionale e coordinatore provinciale, si definisce contento per la riconferma dei voti in Provincia: «Mi aspettavo il risultato ottenuto, ossia quello di essere la quinta forza dietro a partiti di governo. Abbiamo riconfermato i voti ottenuti in precedenza». Sui dati nazionali, Verni pone la lente d’ingrandimento sulla scarsa affluenza ai seggi: «La grande astensione generale ha influenzato molto i risultati, dobbiamo convincere gli astenuti a convergere alle urne. Il risultato è più basso del previsto ed è deludente, questo dovrà portare ad una riflessione a livello nazionale interna al partito».
Fdi e Lega: Un voto che cambia la scenario
Fratelli d’Italia chiede spazio. «Tutti dovranno tenere conto del risultato ottenuto a Vigevano da Fratelli d’Italia». Paolo Emanuele Zorzoli Rossi, coordinatore cittadino di Fdi, non si sbilancia sul fatto che il suo partito possa avanzare o meno particolari richieste al sindaco Andrea Ceffa, ma è evidente che il 34.04% ottenuto dal partito di Giorgia Meloni in una città guidata da un’amministrazione leghista, sia destinato a cambiare gli scenari politici ducali.
I vigevanesi apprezzano il lavoro del governo, ma anche quello svolto a livello locale. Come percentuale abbiamo anche migliorato il risultato delle ultime politiche. Manterremmo la parola data alle ultime amministrative, ma le altre forze cittadine devono prendere in considerazione queste cifre.
Una lettura diversa quella che arriva dal Carroccio. Per il sindaco di Vigevano, il leghista Andrea Ceffa, «quello che è evidente è il successo del centrodestra. Il dato importante è il 58,45 per cento a Vigevano della nostra coalizione. Va inoltre aggiunto che non è che ad ogni elezione vanno rivisti gli equilibri all’interno delle alleanze e vanno ridefiniti gli accordi. Fratelli d’Italia ha raggiunto un ottimo risultato, con un distacco incredibile, grazie soprattutto a Giorgia Meloni. Per parlare chiaro, a Vigevano FdI ha preso 7200 voti, ma solo la Meloni ha preso 2840 preferenze, contro le 492 della seconda classificata, che è Elena Nai». «E’ certo, comunque, che anche il voto della Lega va contestualizzato. E’ il terzo partito? Lo era anche nel 2022».
Fi e Terzo polo: Piani non entra in Parlamento
Non entra a Bruxelles, ma Silvia Piani si ritiene soddisfatta della crescita di Forza Italia e guarda già alle amministrative dei Mortara del 2027: «A Mortara è andato forte Fratelli D’Italia, ma non credo che, se fossero state le amministrative, il risultato sarebbe stato lo stesso. Alle Europee si dà più un voto di opinione, non tanto alle persone». Antonello Galiani, vice coordinatore provinciale di Forza Italia, commenta:
Ottenuto un ottimo risultato perché siamo andati oltre la media nazionale.
Sulla questione vigevanese sottolinea che «rispetto all’ultima consultazione elettorale la Lega ha preso il 5% dei voti in meno, mentre Forza Italia ha visto crescere il proprio consenso della stessa cifra».
Tra i delusi c’è la lista Stati Uniti d’Europa: «I candidati radicati sul territorio avrebbero avuto bisogno di maggior sostegno – dichiara Vittorio Barazotto – Renzi ha indetto un congresso straordinario a settembre e quello sarà un momento opportuno per fare una riflessione sensata. A settembre riflettiamo a mente fredda». Stesso clima in Azione: «Abbiamo presentato candidati di grande livello con un programma chiaro, purtroppo il dato non ci ha premiati. Nonostante il grande impegno di tutti, non abbiamo raggiunto il quorum. Questo non è un punto di arrivo ma una partenza a Vigevano, in provincia, come nel resto d’Italia. Il grande risultato di Pavia (6%) dimostra che Azione può essere davvero competitiva quando rappresenta il motore liberal-democratico e riformista del centro sinistra».
Avs: Destra, deriva che preoccupa
Il 40.35% ottenuto coi voti dei fuorisede e l’elezione di Ilaria Salis sono i punti da cui vuole ripartire Avs: «Abbiamo superato il 6% e ottenuto buoni risultati in città importanti come Milano – afferma Simona Merisi, che era in corsa per la Circoscrizione Nord Ovest – per la prima volta entriamo nel Parlamento Europeo e i voti ottenuti da Ilaria Salis e che abbiamo ricevuto tra i fuori sede ci indicano che percorrere il cambiamento partendo proprio dalle nuove generazioni è possibile».
Siamo preoccupati dalla deriva di estrema destra a cui si è assistito in Francia e Germania, non possiamo negarlo, ma per quanto riguarda l’Italia siamo soddisfatti dei consensi che abbiamo ricevuto.
Meno felice Anno Camposampiero, candidata milanese di “Pace terra dignità”: «500mila voti non sono pochi, anche se non sono sufficienti per superare questa soglia di sbarramento antidemocratica, rappresentano altrettante persone che hanno detto che la pace deve essere al primo posto. Cosa fare di questi voti sarà oggetto di discussione, anche con queste persone. Rimane il fatto che il parlamento sta andando verso una deriva guerrafondaia. Rimane la preoccupazione per lo spot elettorale della von der Leyen, che era totalmente bellicista: i pacifisti che la votano non sono pacifisti, dobbiamo riattivare il movimento pacifista in questo paese». Come sarà da capire nelle prossime settimane, perché il movimento di Michele Santoro nasce da una spinta civica e non politica.