Giovani Fuori, l’intervento / Dateci fiducia, ascolto, consigli… e spazio

L’Araldo pubblica l’intervento di Sara Brasca sul tema della partecipazione dei giovani alla vita civile, culturale, politica. Brasca, 26 anni, è dottoranda in Heritage Science presso l’università di Roma La Sapienza, nonché vice presidente dell’associazione “Amici del Teatro Cagnoni”.

Penso che la questione della partecipazione dei giovani alla politica possa legarsi a quella della partecipazione alla vita sociale e culturale della città, di cui ho avuto esperienza. Come già presidente e attuale vicepresidente degli Amici del Teatro Cagnoni, ho potuto infatti constatare la scarsa presenza di giovani in molte delle associazioni vigevanesi.

Ritengo che ci sia innanzitutto un problema di attrattività: quanto le associazioni si fanno conoscere e quanto riescono a trasmettere l’importanza di far parte di un gruppo, di riconoscersi in una missione comune?

Credo che queste domande possano essere perfettamente traslate da un’associazione a un partito politico.

Nel caso dell’Associazione di cui faccio parte la chiave di svolta è stata la volontà da parte dell’allora Consiglio Direttivo di coinvolgere i ragazzi che facevano le maschere a teatro. L’aspetto importante della mia esperienza personale con il mondo associativo vigevanese è che non mi è stato soltanto chiesto di associarmi (tra l’altro pagando una quota ridotta under 25) o di dare una mano agli eventi ma mi è stata chiesta un’opinione e con il passare del tempo

mi è stata data sempre più fiducia sino all’incarico da legale rappresentante

Insieme ad altri giovani che si erano associati abbiamo pensato a nuovi format di eventi, tra cui in particolare quelli dedicati ai bambini, e abbiamo reso l’Associazione molto più presente sul web grazie alle pagine di Facebook e Instagram e alla realizzazione di un sito internet.

Allo stesso modo, in politica, non basta chiedere ai giovani di tesserarsi o di votare il proprio partito alle elezioni tentando di convincerli che agisca per i loro interessi. Bisogna dare ai giovani una voce, bisogna coinvolgerli attivamente nella stesura del programma elettorale e, perché no, bisogna dare anche a un giovane la possibilità di candidarsi o di assumere un ruolo di rilievo. Come sappiamo, questo raramente accade. D’altro canto, la mia è l’esperienza di una persona fortunata, dal momento che tanti altri miei coetanei che hanno provato a inserirsi in altre associazioni culturali vigevanesi si sono sempre visti parare davanti dei muri. Non si tratta di ingratitudine, perché siamo ben consapevoli di quanto sia importante ciò che è stato fatto dalle generazioni precedenti per la vita culturale vigevanese;

tuttavia, se qualcosa è andato bene per trent’anni non significa necessariamente che continuerà a farlo per altri trenta

Non abbiamo la presunzione di ritenere che ogni nostra idea sia migliore di quelle di chi è venuto prima di noi

e non abbiamo la pretesa di avere carta bianca: vogliamo soltanto essere ascoltati e, perché no, talvolta anche consigliati e corretti per poter imparare e crescere

Se la società, e con essa la politica, smettesse di farci sentire dei numeri ai quali appellarsi per fare campagna elettorale sul tasso di disoccupazione o sulle “devianze” giovanili e cominciasse a farci sentire protagonisti, forse la nostra partecipazione aumenterebbe. Se si cominciasse a far politica con l’idea di lasciare un mondo migliore di come lo si è trovato invece che con l’obiettivo di avere potere e consenso come una rock star, forse i giovani crederebbero davvero che la politica è fatta anche per loro.

Sara Brasca

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