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«I rapporti con mio padre non erano più dei migliori, sono stato sbattuto fuori di casa e per tre mesi non avevo altro posto in cui dormire se non le panchine. Ora però sto bene, ho dei progetti da realizzare, tra cui quello di avere una casa tutta mia. Ho trovato lavoro e vorrei poter tornare a Milano, la mia città. Se sono riuscito a dare una svolta alla mia vita, gran parte del merito è grazie all’ambiente che ho trovato nella Casa Josef». Questa è una delle tante storie raccontate da chi frequenta il dormitorio di viale Artigianato gestito dalla Caritas diocesana di Vigevano, da chi tramite questa struttura e realtà è riuscito a trovare la forza di guardare verso il futuro con nuova speranza. L’Araldo ha trascorso alcune ore al suo interno.
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TANTE ATTIVITA’ In tutto può ospitare 15 persone, che hanno a disposizione camere da letto, bagni, una mensa, una dispensa per gli alimenti, una sala relax in cui è possibile impiegare il tempo guardando la televisione o concedendosi qualche partita a carte in compagnia. Non manca nemmeno un giardino nel retro della struttura che presenta vari tipi di piante e fiori, nel quale si possono effettuare anche delle grigliate in occasioni speciali come Pasquetta e Ferragosto. Ad aver risistemato questo spazio è stato proprio un ospite con «la passione per il giardinaggio – ha raccontato – abbiamo un nocciolo, alberi con pesche, albicocche, una gabbietta per i pettirossi e un mini laghetto con dei pesci. Nel corso della mia vita ho sempre coltivato una forte passione per il giardinaggio e per il verde, che all’interno di Casa Josef si è rafforzata, in virtù del clima di amicizia che si respira al suo interno».
SACRIFICI «Ho lavorato a turni per 22 anni, ero chimico in ditte di Mortara, Parona e Como – ha spiegato un altro ospite del dormitorio – Ho viaggiato all’estero perché trasportavo materiali di diversa natura. Provengo da una famiglia umile, i miei genitori erano nati in Croazia, e grazie al loro esempio ho imparato l’importanza dei sacrifici e di poter contare sulle proprie forze».
Quando sono rimasto senza lavoro e mi sono separato da mia moglie, mi sentivo quesi smarrito. Dieci mesi fa, però, sono entrato in contatto con Casa Josef e devo dire che questo ambiente mi ha aiutato molto».
UNIONE Una struttura in cui ognuno fa la propria parte, tra chi cucina, chi apparecchia la tavola, chi fa giardinaggio, chi tiene in ordine tutte le stanze. «Per accedere al dormitorio è necessario in primis un colloquio presso la Fondazione Caritas di corso Torino – spiega Federico, un operatore che insieme a 3 colleghi si occupa della gestione di Casa Josef – per capire le esigenze di ogni persona in modo da calibrare interventi precisi e mirati. L’età media delle persone presenti in struttura è di oltre i 60 anni, ragion per cui anche il trovare a loro un’occupazione stabile non è così semplice. Noi facciamo il possibile, aiutiamo chi ne ha bisogno con i bandi per accedere alle case popolari». Diverse le forme di assistenza offerte dagli operatori del dormitorio: «Stampiamo ricette mediche, fissiamo di volta in vola appuntamenti con i Caf per avere i documenti che possono servire agli ospiti, ci rechiamo nei supermercati e nei centri commerciali per fare la spesa. Ritengo che sia una fortuna il fatto che esista Caritas e che si impegni concretamente ad aiutare le persone che ne hanno più bisogno. Garantiamo pranzo, cena e la mattina un caffè e quando possibile anche una brioche. Per rimanere da noi è necessario solo osservare alcune semplici regole, delle quali la più importante è il rispetto verso il prossimo».
Edoardo Varese