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Ascoltare, capire e ridare speranza, tre concetti che stanno alla base della filosofia della Casa di Booz. Una realtà tutta ducale, nata dal sodalizio tra la Caritas Diocesana e il comune di Vigevano che, da parecchi anni, si prende cura di donne sole e fragili e di mamme in difficoltà.
DONNE «All’interno della nostra struttura sono accolte mamme o donne sole senza figli inviate dai servizi sociali di Vigevano – racconta Mara Cornegliani, operatrice presso la struttura – spesso vittime di maltrattamenti o in stato di povertà». Se prima la maggior parte delle donne ospitate erano vittime di abusi, oggi la situazione è cambiata.
Tempo fa Casa di Booz accoglieva soprattutto donne a seguito di maltrattamenti – continua l’operatrice – ma attualmente ci sono molte mamme che arrivano da sfratti o con forte disagio abitativo e donne con bisogni di varia natura.
ASSISTENZA Nonostante ogni ospite della struttura abbia un assistente sociale di riferimento, la vicinanza delle operatrici è di fondamentale importanza per poter ricostruire la fiducia in se stesse. «Insieme a loro ci occupiamo di darci degli obiettivi da poter raggiungere per costruire un nuovo inizio – spiega Cornegliani – e tra questi banalmente vi è la ricerca del lavoro. Durante questo percorso, ci occupiamo di aiutarle nella stesura di un curriculum vitae e di ascoltare le loro aspirazioni per il futuro, così come i loro desideri». Si tratta comunque di un percorso diverso da ospite a ospite. «A Casa di Booz si presentano donne di tutte le età e di tutte le nazionalità, ognuna con una storia e un bagaglio di esperienze diverse dall’altra. Assistiamo le neomamme, aiutandole con l’allattamento e collaborando con i pediatri del territorio, fino a seguire donne con problemi di maltrattamento e quindi collaborando con le forze dell’ordine». Un’assistenza alla persona che si trasforma in un vero e proprio lavoro di rete. «Anche noi sviluppiamo attenzioni diverse in base al caso specifico – dichiara Katia Mariani, un’altra operatrice presso la Casa di Booz – ma anche collaborazioni che si allargano a ventaglio con tutte le figure del territorio, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche di sicurezza e assistenza legale. Il lavoro di rete è quindi fondamentale».
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SUPPORTO MORALE Un aiuto che non è solo materiale, ma soprattutto psicologico. «Queste donne portano dentro di loro un bagaglio di emotività pesante – spiega Mariani – fatto di sofferenza, separazioni, violenza, sfratti e abbandoni. Il nostro compito è quello di accompagnarle in quel mare di incertezze per fare chiarezza e per poter ritrovare quelle risorse che possano dar loro la possibilità di riprendere in mano la loro vita». Dal buio della sfiducia alla luce della rinascita. «È vero, ci sono tanti momenti di rabbia, sconforto e tristezza nel corso di questo percorso – continua l’operatrice – ma noi accogliamo questi stati d’animo e, attraverso il nostro sostegno senza giudizio, stiamo accanto alle nostre ospiti, ascoltandole e dando loro quel senso di fiducia e famiglia che a loro manca tantissimo. Un supporto che mira a far riaccendere quella luce di speranza nel loro cuore».
Rossana Zorzato