La lotta alle malattie sessualmente trasmissibili inizia a partire dalla sensibilizzazione. Una particolare attenzione a cui il Serd di Vigevano ha voluto dedicare un ambulatorio per questo tipo di infezioni. Spesso è associato alle dipendenze da alcol e stupefacenti, ma in realtà il Serd offre un servizio a 360 gradi, che guarda a ogni tipo di dipendenza e comportamenti errati, anche quelli legati alla sfera sessuale.
ACCESSO In questo senso di fondamentale importanza è l’ambulatorio dedicato alle infezioni sessualmente trasmissibili, a cui è possibile accedere previo contatto telefonico e senza impegnativa. «Presso il centro in via Trieste è attivo uno studio infermieristico di primo livello rivolto alla popolazione generale – fa sapere il dottor Salvatore Messina, direttore del Serd Lomellina – Per chiunque è possibile accedere all’ambulatorio senza impegnativa, purché dopo un contatto telefonico al numero 0381333890 dalle ore 08.30 alle ore 14». Si tratta di un’iniziativa molto utile, essendo i rapporti sessuali non protetti il principale serbatoio di soggetti con elevato rischio di contrarre e diffondere l’Hiv, così come le altre infezioni sessualmente trasmissibili quali epatite B, epatite C e sifilide 2.
SERVIZIO A gestire un’equipe infermieristica specializzata guidata dalla coordinatrice Elena Paganini. «È un’attività che portiamo avanti da molti anni – prosegue Messina – anche se purtroppo non è molto conosciuta dai cittadini. Qui le infermiere si occupano di ogni fase, dall’accoglienza ai colloqui informativi, fino al prelievo». Una volta giunto presso l’ambulatorio, il soggetto è messo a proprio agio e sottoposto a una prima fase di colloquio. «Non appena accolto – spiega il responsabile – il primo step da eseguire è un colloquio pre-prelievo, in cui si studiano le cause del perché l’utente si è rivolto al centro. In una seconda fase, si esegue il prelievo vero e proprio e, quando arriva l’esito, si tiene un colloquio post prelievo in cui è illustrata un’educazione sanitaria sul miglioramento dello stile di vita e delle abitudini sessuali». Qualora si dovesse riscontrare un’infezione, il soggetto è inviato a un ambulatorio di secondo livello oppure, se dovesse solo dimostrare comportamenti a rischio, è fissato un ulteriore prelievo.
AUMENTO «Erroneamente qualcuno considera che fare il prelievo sia un sistema di prevenzione, non è così – spiega l’infermiera Luisa Bonizzoni – Abbiamo alcuni pazienti che vengono con regolarità, ma nell’ultimo periodo abbiamo registrato anche un aumento di accessi, soprattutto da parte dei giovani della fascia 18-30 anni». Il dato da un lato può preoccupare per l’aumento delle persone che hanno rapporti a rischio in giovane età, ma dall’altro lato può anche essere il segnale di una maggiore attenzione ai comportamenti nella sfera sessuale, facendo ben sperare in una maggiore consapevolezza da parte dei più giovani.
Rossana Zorzato