Contenuto riservato ai sostenitori de L'Araldo
Apparecchiature e macchinari in cui non è stata svolta adeguata manutenzione. Poca formazione del personale, controlli insufficienti e istruzione non adeguata: sarebbero queste, secondo quanto riferito da Cgil, Uil e Cisl, le principali cause di infortuni sul posto di lavoro. Ecco che risulta necessario svolgere una prevenzione mirata e specifica, partendo «dalle scuole – spiega Massimo Balzarini, segretario confederale della Cgil di Pavia – questo è un lavoro che si sta chiedendo. Qualcosa si sta già facendo, ma non è organico al curriculum scolastico, per quanto dovrebbe esserlo, visto che prima o poi tutti inizieremo a lavorare e tutte le professioni o le mansioni comportano la presenza di eventuali rischi. Elemento che a volte i datori di lavoro tendono a mettere in secondo piano».
COME MUOVERSI Investire nell’istruzione e nella formazione è da considerarsi quindi come «il primo passo da compiere. Gli interinali a volte svolgono formazione quando di fatto hanno portato a termine la propria attività: questo non ha assolutamente senso. Senza una formazione adeguata, non si acquisisce nemmeno la percezione del rischio». Quali sono le fasce d’età e le categorie maggiormente esposte al rischio infortunio sul posto di lavoro? «Questo è un dato trasversale – evidenzia Carlo Barbieri, segretario di Uil Pavia – perché si parte dagli studenti che stavano svolgendo l’alternanza scuola – lavoro, i tirocini, fino ad arrivare lavoratori che per questioni di età non dovrebbero più stare nei ponteggi, soprattutto nel mondo dell’edilizia. Persone che si ritrovano quasi costrette a svolgere mansioni non più congrue con la propria età anagrafica: anche questo è un fattore che influisce in modo negativo».
CHI RISCHIA DI PIU’ Ci sono comunque delle categorie che più di altre si trovano a fare i conti con la mancanza di sicurezza. «All’interno dell’edilizia e delle costruzioni – prosegue Barbieri – abbiamo registrato il maggior numero di infortuni e di lavoratori che purtroppo sono deceduti mentre stavano recandosi sul proprio posto di attività. Il dato di morti sul posto di lavoro, ma anche di infortuni di una certa gravità, è omogeneo se si considera il territorio provinciale. C’è poca informazione su un tema che continua a rimanere di forte attualità».
PIU’ PENE C’è anche un’altra questione da tenere in considerazione: «I concorsi per diventare ispettori di sicurezza stanno andando sempre più deserti – evidenzia Roberta Vaia, segretaria regionale di Cisl – bisogna fare in modo che questo mestiere possa risultare ambito anche tra i giovani». Mantenere alta la guardia sulla prevenzione, ma anche «avere delle pene più certe, più severe ed esemplari per coloro che non fanno adeguata formazione o per coloro che addirittura arrivano al punto di fingere di farla. Aggiungiamoci la presenza in alcune aziende di macchinari non a norma. Da parte nostra, siamo in attesa di un nuovo accordo Stato-Regione in merito alla formazione. Questa rappresenta indubbiamente un importante elemento di prevenzione».
Edoardo Varese