Un lavoro a 360 gradi a sostegno dei più bisognosi. Questo l’impegno portato avanti dalla Caritas di Mortara e soprattutto dalla figura di suor Diletta Brambilla, da ventiquattro anni a servizio dei più fragili. Si tratta di un aiuto solidale che non riguarda solo lo sportello d’ascolto e la distribuzione di pasti caldi, ma è dedicato anche al sostegno spirituale e materiale dei detenuti.
CASA CIRCONDARIALE «Da ventiquattro anni mi reco in carcere per dare un aiuto concreto ai detenuti per tre giorni a settimana – racconta suor Diletta – Appuntamenti fissi in cui mi premuro di procurare indumenti, ma anche per condividere momenti di spiritualità». Dei tre giorni in cui la religiosa si reca in carcere, il venerdì è sicuramente il momento più speciale. «Il venerdì è il giorno in cui tengo la catechesi con il gruppo di ragazze che seguo – spiega – ma la mia collaborazione non si limita solo a questo. Quando possibile mi tengo in contatto con gli avvocati dei detenuti e con le loro famiglie, soprattutto con quelle con cui ci sono problemi di disaccordo e di rifiuto della situazione». Nonostante suor Diletta contribuisca già molto all’interno del carcere, le suore di Casamadre hanno messo a disposizione un appartamento per le detenute con permesso premio.
Noi suore abbiamo dato la possibilità di usare un appartamento per ospitare le ragazze che hanno ottenuto il permesso premio – prosegue la religiosa – É una grande responsabilità, ma è un’occasione preziosa per riavvicinare le detenute alle loro famiglie e a riportarle sulla strada della libertà. Un lavoro prezioso fatto in stretta collaborazione con le forze dell’ordine.
MENSA L’attenzione al bisognoso si concentra anche per tutti gli indigenti che non possono permettersi un pasto caldo ed è qui che la mensa del povero entra in scena. «Ci è stato dato un ambiente a uso gratuito che abbiamo adibito a deposito alimenti, luogo in cui normalmente il mercoledì vengono distribuiti dei pacchi alle persone che ne hanno più bisogno». Ma prima di arrivare alla distribuzione vera e propria, bisogna passare dal centro d’ascolto. «Attraverso lo sportello d’ascolto, di cui mi occupo personalmente, ascoltiamo tutte le esigenze degli indigenti in modo da andare incontro nel miglior modo possibile ai loro problemi – continua suor Diletta – Insieme al dottor Camana, medico mortarese in pensione, ci occupiamo anche della povertà sanitaria, fornendo consulti per indigenti in gravi situazioni di salute». Quello della povertà sanitaria, che spesso passa in sordina, è uno dei problemi più impattanti nella vita del bisognoso. «Ci è stato donato un budget dalla fondazione Vera Coghi di Castello d’Agogna per l’acquisto dei farmaci. Grazie a questo prezioso contributo, mi è possibile acquistare i farmaci per i bisognosi che si presentano allo sportello d’ascolto con l’impegnativa del loro medico». Un aiuto che va oltre la distribuzione dei pacchi alimentari e dei pasti caldi e che può basa la sua efficienza su una rete, seppur ristretta, di volontari.
Rossana Zorzato