Una mano tesa alla marginalità

«Assistere le famiglie attraverso una promozione non assistenzialista, ma con una cristianità educativa». Questo lo scopo promosso dalla Caritas diocesana che, per mezzo di due progetti lavorativi, vuole nobilitare e far riscattare tutte quelle persone che stanno vivendo una situazione di indigenza. Una filosofia di vita che il direttore della Caritas Diocesana, don Moreno Locatelli, ha esposto nel corso del Conviviale Rotary Vigevano Mortara, lo scorso martedì 26 marzo.

GIOVANI E LAVORO In un territorio che ha il più alto tasso di Neet, ovvero di quei giovani che né lavorano né studiano, la Caritas di Vigevano ha in cantiere un progetto per far riscattare i giovani lomellini.

Per i neet abbiamo pensato ad Academy Vigevano, – racconta il direttore della Caritas diocesana – un progetto sperimentale in cui verranno coinvolti venti giovani attraverso un ente di formazione.

Scopo di questo programma, è quello di far ritrovare la voglia e la motivazione a tutti quei giovani che sentono di non avere un’ambizione, il tutto fornendo una base professionale. «Per mezzo di questa idea, – prosegue don Locatelli – si vuole dare ai neet del territorio una formazione personale che, oltre ad arricchire il loro bagaglio personale, possa rispondere ai bisogni delle aziende». L’idea è quella di riqualificare la professionalità di questi giovani che, nella maggior parte dei casi, arrivano da determinati contesti sociali e normalmente non avrebbero sbocchi professionali. Per Caritas Vigevano, quella dei neet è una vera e propria emergenza che, insieme a quella della povertà, mina alla dignità della persona.

RIABILITARE I POVERI Tuttavia, quella dei neet non è l’unica vera emergenza della Lomellina. «Nonostante la grave marginalità sia sotto controllo, c’è un mondo di povertà sommersa che ancora non è conosciuta. – continua il direttore di Caritas Vigevano – Per queste persone abbiamo pensato a un nuovo progetto, dal titolo “I custodi del bello”». Scopo principale di questa idea è quella di aiutare gli indigenti, curando i beni in degrado della città. «Verranno organizzate squadre di quattro, massimo cinque persone, il cui compito sarà quello di recuperare le parti più degradate, con simboli di abbellimento. – racconta don Locatelli – Si tratta di un progetto che vuole coinvolgere le persone che vivono in marginalità, con possibilità di borsa lavoro». Un’iniziativa che mette in primo piano proprio la filosofia del lavoro come forma di nobilitazione. «Ci auspichiamo che attraverso questa esperienza lavorativa si possa ridare non solo lavoro, ma una professionalità a queste persone – conclude don Locatelli – e, allo stesso tempo, poter contribuire in lavori di piccola manutenzione come riverniciare panchine pubbliche o sistemare il verde pubblico».

Rossana Zorzato

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