Coronavirus Ats Pavia comunica i numeri dell’epidemia

L’Ats di Pavia fa il punto della situazione sull’epidemia di Sars-CoV-2.

A partire dal 22 febbraio al 29 giugno si sono contati 5869 soggetti colpiti, di cui il 56.4% donne e 931 attualmente positivi, il 15.9% del totale.

La cifra dei contagiati è più alta rispetto a quella riportata nelle statistiche di Regione Lombardia, che alla stessa data ne segnala 5569 (il 5.1% in meno). Questa settimana per la prima volta si è avuto un giorno senza nuovi contagi e senza morti associati al Covid-19. «Non smetteremo mai di dire che, finché non sarà disponibile un vaccino, non saremo fuori pericolo – spiega il direttore generale di Ats Mara Azzi – ma lo zero di oggi ci permette di pensare a prevenire la diffusione dell’epidemia e acquisire nuovi strumenti per un’eventuale nuova ondata in autunno con maggiore serenità».

CANALE APERTO Tra questi nuovi mezzi potrebbe anche esserci una comunicazione più approfondita dei dati: dall’inizio del contagio si tratta della prima volta in cui l’Agenzia comunica in maniera dettagliata le informazioni relative al coronavirus, secondo quello che era stato l’auspicio dell’Associazione giornalisti “G. Rolandi” già dallo scorso 27 aprile, quando di concerto col presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia si era rivolta ad Ats di Pavia «per chiedere la pubblicazione dei dati relativi all’epidemia di Sars-CoV-2».

I NUMERI In Provincia sono stati eseguiti finora 27651 tamponi, di questi il 29.3% presso le Rsa (8100), mentre le persone ricoverate sono state 2820, il 5.0% in terapia intensiva (142); negli ultimi cinque giorni gli ospedali hanno preso in carico 14 pazienti (lo 0.5%), ma nessuno di costoro è in rianimazione.

I dimessi sono 3546, il 60.4% del totale, i morti 1392, il 23.7%, cui si aggiunge la mortalità associata al Sars-CoV-2,

che secondo l’Istat comprende i decessi di positivi non diagnosticati e quelli non colpiti dal patogeno, ma legati alla crisi del sistema ospedaliero nelle aree più colpite dall’epidemia, e che è possibile stimare in circa 1600 individui a inizio giugno. Il dazio pagato al coronavirus è alto, ragione per cui occorre ripartire senza abbassare la guardia. «Non dimentichiamo quindi le 4 armi di prevenzione che abbiamo a disposizione – dichiara il direttore Azzi – distanza, mascherina, igienizzazione frequente delle mani e l’app Immuni.

Semplici strumenti da utilizzare con serenità e sicurezza per difenderci da un’eventuale ripresa del virus che dipendono dalla consapevolezza di ognuno di noi di fronte a un rischio che resta alto

Gds

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