Coronavirus, triage telefonico per i medici di base

Uno smistamento via telefono per evitare a possibili malati di Covid-19 il contatto con i pazienti in attesa negli ambulatori medici o negli accessi dei Pronto Soccorso. E’ questo uno dei principali provvedimenti messi in atto dai medici di famiglia del territorio, che hanno recepito quanto espresso dalle direttive di Ats, Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) e diversi sindacati:

Per le persone che presentano sintomi influenzali come febbre, tosse, raffreddore, cefalee abbiamo disposto un triage telefonico – spiega Giorgio Rubino, medico di base e presidente dell’Associazione Medici di Famiglia Vigevano e Lomellina – se c’è il sospetto di un coinvolgimento polmonare, come una dispnea a riposo, oppure l’indicazione un contatto con soggetti positivi o il medico o la persona stessa sono tenuti a chiamare il 112 o i numeri verdi messi a disposizione, per disporre l’accesso protetto alle strutture ospedaliere

Una precauzione necessaria, per evitare che eventuali contagiati facciano da “untori” negli studi medici: «Se ci sono sintomi come la febbre, ma nessun sospetto di nuovo Coronavirus, io e molti colleghi abbiamo attrezzato una parte del nostro ambulatorio: la prima parte dedicata agli altri malanni, che non possono restare senza assistenza medica, e l’ultima per quelli con problemi influenzali». Per fare ciò, è necessario che l’appuntamento con il medico sia preso telefonicamente, anche per fare sì che l’accesso alla sala d’aspetto sia consentito a poche persone per volta, in modo tale da evitare il più possibile gli assembramenti. Tra gli altri altri provvedimenti messi in atto gli avvisi sulle procedure da seguire appesi sulle pareti e sulle porte degli ambulatori e i guanti e le mascherine fornite ai pazienti con sintomi influenzali. Inutile dire che i consigli da seguire in via generale sono sempre i più validi: lavarsi spesso le mani, coprirsi bocca e naso in caso di starnuti o colpi di tosse, non toccarsi occhi, naso e bocca. «Sperando – conclude Giorgio Rubino – che questa emergenza insegni alla gente almeno a lavarsi di più le mani e a prendere più precauzioni, accorgimenti basilari ma che vengono dati per scontati troppo spesso».

A.F.

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