I positivi continuano a diminuire a livello locale e nazionale, l’attenuazione delle misure di contenimento dei contagi di inizio maggio non sembra aver prodotto effetti significativi sull’andamento dell’epidemia.
In Lombardia i casi attivi sono l’8.1% in meno rispetto alla scorsa settimana, in Italia il 10.4% (dati al 9-5),
per un totale rispettivamente di 143mila e 1.1 milioni soggetti coinvolti. Molti di meno sono quanti si trovano in ospedale, nel complesso sotto quota diecimila: 1094 i lombardi e 8735 gli italiani nei reparti covid (-7.5% e -10.3%), 38 e 363 in terapia intensiva, anche se nel quadro regionale si rileva un rialzo netto (+5.6%), che risalta a maggior ragione rispetto alla stabilità del resto della penisola (-0.8%). Per quanto riguarda la copertura dei posti letto, per quelli ordinari si è al 10% e al 14%, per la rianimazione al 2% e al 4%, in entrambi i casi la Lombardia si mantiene al di sotto delle quote nazionali.
QUI LOMELLINA Dal punto di vista locale si registra una fase di stasi o di progressivo rallentamento dei contagi. A Vigevano si passa da +1.8% a +1.4%, a Mortara da +1.5% a +1.3%, a Garlasco da +1.8% a +1.7%, a Gambolò da +2% a +1.8%, a Pavia da +2.2% a +2.1%, a Voghera da +1.7% a +1.5%. La media provinciale indica +1.7%, più alta di quella regionale (+1.4%). Negli ultimi sette giorni sono morte 11 persone, portando il totale delle vittime a 3049 (+0.4%, in calo), almeno per quanto riguarda chi ha avuto una diagnosi di Covid-19. Il passo è il medesimo in Lombardia (+0.4%), mentre in tutta Italia si resta su valori più alti (+0.6%).
SCENARIO Al momento i numeri delineano una situazione sotto controllo e che non desta particolare preoccupazione in vista dell’estate. Anche nell’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità si precisa che «si osserva una diminuzione dell’incidenza, mentre si rileva una trasmissibilità appena al di sotto della soglia epidemica», così come al contempo si ha «una diminuzione del tasso di occupazione dei posti letto sia in area medica sia in terapia intensiva». In questo momento la fascia più esposta al coronavirus è quella dai 30 ai 39 anni, la più bassa quella tra i 20 e i 29.
Giuseppe Del Signore