In Lomellina i paesi più segnati dal Sars-CoV-2 sono Albonese e Zeme, i quali hanno una prevalenza di 30.1 e 24.1. Non è nota l’evoluzione dei decessi, ad Albonese il sindaco Andrea Bazzano riporta 5 decessi dovuti al Covid-19, ma i due municipi non rientrano nell’Anpr e non c’è un termine di paragone col passato. E’ possibile che la situazione non sia dissimile da quella dei centri che invece sono inclusi nella rilevazione presentata dall’Istat per il periodo 1 marzo / 4 aprile del 2019 e del 2020.
A Cassolnovo l’incidenza è di 7.1 e i morti sono aumentati del 238.5%, passando da 13 a 44, a Cava Manara è di 11.0 e il tasso di crescita è stato del 77.8%, da 9 a 16, a Cilavegna di 13.0 con un incremento contenuto del 16.7%, da 12 a 14, a Gambolò 7.2 e +342.9%, da 7 a 31, a Garlasco 8.1 e +93.3%, da 15 a 29 (dato di marzo fornito dall’Anagrafe municipale), a Gropello 8.8 e +750%, da 4 a 34, a Lomello invece 6.2 e saldo invariato, a Mortara 6.9 e +283.3%, da 18 a 69, a Ottobiano 10.0 e +1100%, da 1 a 12, a Parona 9.4 e +133.3%, da 3 a 7, a Robbio 5.8 e +100%, da 6 a 12. Insomma, anche se non è possibile attribuire ogni morte al coronavirus, ogni angolo della Lomellina è stato raggiunto dall’epidemia e ne è interessato, non ci sono zone franche.
E FERRERA? Neppure il “comune più immune d’Italia”, titolo attribuito forse in maniera avventata, è in salvo, i contagiati sono 14, la prevalenza è pari a 12.7 e lo posiziona al sesto posto tra i centri lomellini in cui il coronavirus è più presente. L’ipotesi di uno studio sulla “fibra” immunitaria degli erbognini, idea lanciata dal sindaco Giovanni Fassina che aveva proposto all’Ircss Mondino di portarlo avanti senza riscuotere successo, è ormai tramontata.
L’eccezionalità non risiede tanto in Ferrera, quanto in comuni che hanno rilevato pochi casi eppure stanno sperimentando una mortalità fuori scala rispetto al passato
A Breme ad esempio sarebbero appena 4 i soggetti affetti da Covid-19, ma i morti sono passati da 1 a 11 (+1000%), dato poco coerente con un’incidenza di 5.5, tra le più basse sul territorio, e lo stesso si può dire di Sartirana, 5.2 contro +200% (da 3 a 9 decessi), o di Gravellona, che ha un tasso grezzo pari a Lomello a fronte di un incremento del 525% dei deceduti (da 4 a 25). Simili discrepanze fanno ipotizzare che in Lomellina ci sia la necessità di aumentare il numero di tamponi effettuati, per costruire un quadro più realistico del contagio, ancor più importante quanto più si avvicina il momento in cui saranno attenuate alcune misure di isolamento sociale.
CONTROTENDENZA FEMMINILE Un dato particolare, che sembra distinguere il territorio da quanto si rileva a livello nazionale e internazionale, è l’aumento dei morti soprattutto tra le donne, anche se l’Istat conta tutte quelle avvenute in una certa città, senza distinguere la causa del decesso. A Breme la differenza è stata del 600%, sono passate da 1 a 6, a Cassolnovo del 416.7% – gli uomini +85.7%, a Cava Manara +233.3%, a Gravellona +700% – contro +350% – a Gropello +950% – rispetto a +550% – a Ottobiano +800%. Al contrario l’età non è un discrimine importante in Lomellina: in quasi tutti i centri citati più del 90% delle persone erano over 65, con l’eccezione di Lomello che si ferma al 75%, ma solo a Cassolnovo e nella stessa Lomello questo dato è significativamente più alto che nel 2019.
RSA Da ultimo, tra i primi dieci municipi lomellini per prevalenza, tutti ospitano una casa di riposo sul loro territorio, anche se non per tutti è possibile ipotizzare la presenza di un focolaio in tali strutture – che pure hanno avuto almeno un caso – mancando riscontri nel merito. La Cgil Funzione Pubblica di Pavia riporta un aumento del numero di morti nelle case di riposo lomelline: a Mortara (Cortellona), 22 su 60 (il 36.7%), a Cassolnovo, 26 su 67 (38.8%), a Dorno, 20 su 90 (22.2%), ad Albonese 10 su 75 (13.3%), a Gropello 20 su 85 (23.5%), a Ottobiano 10 su 37 (27.0%).
Giuseppe Del Signore
