Acque inquinate, scatta l’allarme

Doppio allarme per l’inquinamento delle acque in Lomellina. Nei giorni scorsi diverse centinaia di pesci morti, soprattutto carpe, sono stati trovati in una diramazione del roggione di Sartirana nel territorio comunale.

PESCI MORTI E subito è partito un esposto alla Fipsas, la federazione di pesca che ha competenza anche sulla vigilanza ittica, e ai carabinieri forestali. A dare l’allarme è stato il guardiacaccia e volontario dell’associazione ambientalista Arca, Michele Anzivino, secondo cui si tratterebbe di un avvelenamento: l’acqua infatti era fluente nella diramazione del roggione, non poteva trattarsi di un periodo di asciutta. I volontari hanno risalito la roggia per diverse centinaia di metri, e il problema non si presentava più: evidentemente qualcuno aveva gettato qualcosa di tossico proprio in quel tratto di diramazione del roggione. La federazione ha già garantito maggiore vigilanza sulla fauna ittica della zona, per evitare altri episodi del genere. Temendo l’inquinamento delle acque è stato presentato anche un esposto ai carabinieri forestali. Secondo i volontari dell’Arca denunciare l’accaduto alle autorità era necessario, dato che si tratta di un episodio grave che ha causato la morte dei pesci e un possibile danno ambientale. Gli accertamenti dovranno quindi chiarire se è avvenuto uno sversamento tossico.

SVERSAMENTO A PIEVE Un episodio analogo è avvenuto a Pieve del Cairo, dove un cittadino che passeggiava sull’argine maestro del Po alla frazione Cambiò ha rilevato lo sversamento di una sostanza oleosa e dall’odore di carburante nelle acque del fiume. Nonostante la sostanza si sia lentamente esaurita sino a scomparire del tutto il giorno dopo, è continuato comunque in zona il presidio dei volontari della Protezione civile di Pieve, Mede, Gambarana e Suardi per verificare l’effettiva soluzione del problema. Intervenute anche le guardie forestali del Piemonte che hanno continuato la ricerca della fonte della fuga di carburante. Secondo la responsabile del gruppo intercomunale lomellino di Protezione civile, Silvia Pandiani, lo sversamento di carburante nel fiume è avvenuto prima nel piccolo torrente Grana, affluente di destra del Po, un corso d’acqua che scorre interamente nella vicina provincia di Alessandria. Le guardie forestali hanno percorso il torrente a ritroso e hanno capito che il carburante finiva nel corso d’acqua a valle di Valenza, precisamente dalla zona industriale, e che potrebbe trattarsi della cisterna di un’azienda che ha perso per un guasto l’intero contenuto di carburante.

L’ORIGINE A VALENZA L’indagine continua per poter individuare l’azienda da cui proveniva lo scarico. Arpa Lombardia ha provveduto alla campionatura delle acque inquinate del Po con dei prelievi, e dai primi accertamenti analitici pare si sia trattato di gasolio. Alle guardie forestali piemontesi il compito di individuare l’esatta provenienza e accertare se si sia trattato di un guasto o di un’azione dolosa. Difficile individuare quanto carburante sia finito nel Po: certamente non meno di 10-15mila litri.

Davide Zardo

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