Peste suina, nuovo focolaio a Dorno: ora intervengono anche i carabinieri forestali

La peste suina continua a diffondersi in provincia di Pavia: è stato registrato un nuovo focolaio in un allevamento di Dorno, che contiene 1200 capi. «Abbiamo ricevuto una comunicazione da parte di Ats – spiega Francesco Perotti, sindaco di Dorno – c’è preoccupazione, anche se sappiamo che il virus non può essere trasmesso all’uomo. In Piemonte ci sono zone chiuse da almeno uno o due anni, era inevitabile che anche la Lombardia venisse colpita, ritrovandosi quindi costretta a dover introdurre delle azioni mirate per arginare il problema».

Da una parte preoccupazione, dall’altra massima fiducia riposta in Ats Pavia. Massimo Nascimbene, sindaco di Zinasco, il comune dal quale hanno avuto inizio i focolai di peste suina e dove se ne è registrato uno nuovo in una struttura contenente una quarantina di suini, invita la cittadinanza a «non abbassare la guardia. Soprattutto, occorre che gli enti preposti, verso i quali nutro la massima fiducia, portino avanti anche una campagna di informazione per mettere al corrente le persone su quali siano i rischi dettati dal virus della Psa». In provincia di Pavia in campo anche i carabinieri forestali per contenere la diffusione di un virus che, pur non rappresentando una minaccia per l’uomo, rischia di causare un effetto domino sul settore suinicolo lombardo.

L’apprensione riguarda anche e in particolar modo i diretti interessati dai provvedimenti, gli allevatori. «Siamo preoccupati a causa delle ordinanze che stanno uscendo – fa sapere Alessandra Ubezio, allevatrice dell’azienda San Michele di Cassolnovo che negli anni ha contribuito alla valorizzazione del suino Nero di Lomellina – ma ci stiamo impegnando a rispettarle». Gli allevatori chiedono un aiuto al Ministero.

«Abbiamo provveduto a disinfestare gli allevamenti – chiarisce Ubezio – come ci era stato comunicato da Ats Pavia. Ci siamo mobilitati nel posizionare delle recinzioni. Tuttavia con queste possiamo tenere lontani i cinghiali, ma non tutti gli animali selvatici: alcuni possono superarle e portare comunque il virus all’interno degli allevamenti. Abbiamo bisogno di aiuto». Paura rinforzata dal timore di «perdere tutto il lavoro di recupero e valorizzazione del Nero di Lomellina effettuato nel corso degli ultimi venti anni. E’ da almeno due anni che la pesta suina circola negli allevamenti: erano stati riscontrati dei casi in Liguria, in Piemonte e adesso da noi».

Ats di Pavia - sede
Ats di Pavia – sede

In Lomellina e in Provincia gli allevamenti che rientrano nelle zone di restrizione e sorveglianza istituite da Ats restano sotto osservazione per monitorare e impedire l’ulteriore diffusione del virus. La zona di protezione comprende Dorno, Gropello Cairoli, Mezzana Rabattone, Pieve Albignola, Zinasco, quella di sorveglianza Alagna, Bastida Pancarana, Bressana, Carbonara, Castelletto, Cava Manara, Cervesina, Corana, Cornale e Bastida, Dorno, Garlasco, Gropello, Lungavilla, Mezzana Bigli, Mezzana Rabattone, Pancarana, Pieve Albignola, Pizzale, San Martino, Sannazzaro, Scaldasole, Silvano Pietra, Sommo, Torre d’Isola, Valeggio, Villanova d’Ardenghi, Voghera, Zerbolò, Zinasco. «Ringrazio Ats – dichiara il sindaco Nascimbene – ma anche le forze dell’ordine, tra cui carabinieri e gli agenti della nostra polizia locale che stanno attuando una vera e propria sinergia con l’intento di arginare il virus quanto prima».

Edoardo Varese

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