«In un particolare momento storico come quello che stiamo vivendo, è fondamentale mantenere la lucidità e nei limiti del possibile mettersi a disposizione di chi ne ha più bisogno». Ad affermarlo è Serena Marrandino, studentessa di Gambolò che insieme ad alcuni compagni di studio, si è resa protagonista di un’iniziativa volta a trasmettere le conoscenze più basilari della tecnologia informatica. Perché in un periodo in cui si è dovuta affermare la didattica a distanza per garantire in primis la sicurezza di studenti e docenti, le problematiche non sono certo mancate. Ma a tutto c’è un rimedio. «Insieme ai miei colleghi della Magistrale in Media Education della Cattolica di Milano, abbiamo deciso di dar vita a PIT. Un vero e proprio pronto intervento tecnologico con il quale cerchiamo di garantire un servizio completamente libero e gratuito per aiutare chiunque ne abbia necessità a prendere una maggiore confidenza con i nuovi strumenti di comunicazione». Dal momento in cui non è ancora possibile avere un confronto diretto tra insegnanti e allievi o tra insegnanti e genitori, occorre affidarsi a qualcuno che possa fungere in questo senso da tramite.
«Siamo o meglio vogliamo diventare degli educatori multimediali – prosegue Serena Marrandino – ragion per cui ogni settimana ci impegneremo a trattare e ad informare gli interessati su argomenti specifici. Da come caricare o condividere file, passando per la tutela della privacy e dei propri dati. Verrà inoltre creata una community nella quale chiunque, sia i ragazzini che i genitori, potranno pubblicare le proprie domande e le proprie perplessità. I mediatori tramite tutorial forniranno precise spiegazioni in merito ad ogni questione che verrà posta dalla community stessa». Un vero e proprio Sos informatico senza però tralasciare quel lato umano che da una pura comunicazione informatica sembra stare scomparendo. A questo proposito la studentessa ribadisce: «Per far sì che tramite i mediatori e le persone che decideranno di utilizzare il nostro servizio possa instaurarsi un rapporto di fiducia che possa trascendere da quello tipico degli allievi con i propri insegnanti verranno proposte anche delle challenge. Delle sfide in cui chiunque sarà libero di cimentarsi perché si imparano molte più cose giocando e quindi partecipando attivamente, invece che limitarsi ad un apprendimento passivo e privo di dialogo».
Edoardo Varese