In un anno 200 aziende perse

Sono 200 le aziende vigevanesi che hanno chiuso in appena un anno. E’ un’analisi sull’economia locale precisa, ma drammatica, quella presentata dal presidente di Confartigianato, Luigi Grechi assieme al vice Roberto Gallonetto. Un’analisi che ha evidenziato poche note positive e tanti.

AZIENDE CHIUSE «Solo a Vigevano tra settembre del 2022 e settembre del 2023 hanno chiuso 200 aziende, il calo è stato del 4,2 per cento in una zona a crescita zero – ha detto Grechi – se pensiamo che la percentuale di nuove aperture è dello 0,25 per cento in Lomellina, dello 0,27 a Pavia. Siamo di fronte a dati che segnalano una sofferenza, vissuta in un’area già segnata da pesanti difficoltà. La prima? Il costo del credito aumentato di 65 milioni di euro a causa della stretta sui tassi imposta dalla Banca Centrale Europea. Non è tutto. Occorre sommare tutti gli altri costi, mi riferisco al costo delle materie prime, energia e trasporti, per arrivare a un surplus di spesa di 361 milioni». I comparti più colpiti sono «il settore manifatturiero e delle costruzioni – ha continuato Grechi – Vigevano e Mortara risentono in modo particolare di questa situazione, a Robbio e Gambolò la condizione è peggiore. Non si riesce a reperire le figure professionali richieste dalle aziende. Nonostante tutto questo Vigevano è la città con il tessuto economico più forte».

Stiamo vivendo un momento delicato: le elezioni in America, i conflitti in Ucraina, l’esplosione delle guerre nel Medio Oriente, ha tolto quei mercati e non sappiamo come e quando finirà.

MOTORE La Lombardia con il 25-30 per cento è sempre il traino, il motore di tutto quello che “è” economia, produzione, in Italia. Ma «i giovani che desiderano fare politica è bene che prestino particolare attenzione a snellire la burocrazia – ha puntualizzato Grechi – a ragionare sulle tasse locali che vadano incontro alle imprese: ora le aziende che già non vivono un periodo felice sono tassate in modo pesante. La Tari, per le imprese, è elevata: se non riusciamo a risolvere questi problemi non se ne esce». Tuttavia, Grechi e Gallonetto, guardano al futuro puntando sulla resilienza che ha prodotto la campagna “Diventare grandi nelle piccole imprese”, con un obiettivo chiaro: «facilitare l’ingresso delle nuove generazioni in azienda, incrementando i processi di innovazione e sviluppo. La campagna durerà un anno intero: Confartigianato sarà a fianco delle nuove imprese aiutandole a diventare attrattive, dotandole di strumenti per avere le spalle forti».

FIERA BAROMETRO «Germania e Francia rappresentano il primo mercato per l’Italia ma se i dati dell’export ci confermano che le cose non vanno bene, anche noi, oggettivamente, in mancanza di politiche oculate soprattutto a livello locale, non sappiamo cosa fare – hanno sottolineato Grechi e Gallonetto – la settimana prossima c’è la Fiera a Milano: vediamo come evolve la situazione, se aumentano gli ordini, la crisi ha travolto anche le grandi firme, quelle storiche, l’unica che tiene è Chanel, ma firme del calibro di McQueen, Hermes sono in netta crisi».

Isabella Giardini

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