Ma il giudizio del Tar non è nel merito

E ora? «Al momento Anas non ha una posizione al riguardo» è la risposta dell’azienda, che potrebbe decidere di opporre ricorso al Consiglio di stato contro la sentenza del Tar. E se chi si oppone alla Vigevano-Magenta esulta per il pronunciamento che vede come una pietra tombale, i sindaci di Vigevano, Abbiategrasso, Magenta, Ozzero, Robecco sul Naviglio si muovono con prudenza. Dopo essersi incontrati hanno precisato in primo luogo che

il tracciato approvato dal Cipe di fatto non è stato contestato

in secondo luogo che «tutti gli elementi pretestuosi dei comitati “no Tang” non sono stati accolti» e in terzo luogo di essere pronti «a intraprendere tutte le azioni propedeutiche alla prosecuzione del progetto». Anche presentando un ricorso? Questo è da vedere, perché una risposta negativa del Consiglio di stato segnerebbe la fine del collegamento, mentre il pronunciamento del Tar ha il solo effetto di annullare la delibera del Cipe. Due anni in fumo, ma si può ripartire con un percorso che ha superato tutti gli altri scogli – lo chiarisce lo stesso Tar respingendo ogni altro motivo dei ricorsi – ed è risultato lacunoso solo per la Via non aggiornata. Spetterà ora al Mit, ad Anas e in generale alle forze politiche decidere il destino dell’infrastruttura; i sindaci dei territori interessati si sono schierati con forza per il “sì” e di questi due sono stati rieletti e gli altri due hanno vinto contro i primi cittadini uscenti mettendo l’opera al centro del programma, le realtà produttive – vedi il Comitato intercategoriale di Vigevano e Lomellina – la sostengono.

Era, è e resterà un nodo di natura politica: quali partiti vorranno realizzarla e quali decideranno che il territorio deve rimanere isolato?

Il mondo produttivo: «Pronti a fare causa per danni»

l Comitato intercategoriale di Vigevano e Lomellina interviene con durezza sullo stop del Tar alla Vigevano-Magenta. «Visto che di interessi si parla – dichiara il presidente di Ance Alberto Righini – e che il nostro territorio ha subito un danno, saremo noi a richiedere un risarcimento a chi ha bloccato quest’opera, che sta in un accordo quadro Stato-Regione e che è fondamentale. Quindi, con 160 milioni di euro persi all’anno, il territorio e le associazioni dicono: che qualcuno paghi». «Il ministro De Micheli (Pd) – prosegue – in assemblea di Ance aveva dichiarato che le opere prioritarie sono quelle viabilistiche che tolgono i territori dall’isolamento, il Pd a livello locale si è sempre schierato a favore dell’opera; vogliamo capire se è più importante città metropolitana di loro».

Netto anche l’intervento del presidente del Comitato e di Ascom Renato Scarano: «La recente sentenza del Tar è un esito tragico nella sua banalità… sintesi perfetta di un Paese anti impresa, anti ambiente, e alla fine anti futuro». Scarano aggiunge che «è in gioco un’opera fondamentale per l’economia del territorio, un territorio che ha sofferto e soffre tantissimo per l’isolamento infrastrutturale cui è costretto», come evidenziato da Confindustria Pavia che «ha presentato i risultati di due studi sulla mancata realizzazione dell’opera, valutandone i costi ambientali ed economici», nel quale si stimano 162 milioni di euro di danni e una mancata riduzione delle emissioni di PM10 del 71.6%, di PM2.5 del 71.5% e di ossidi di azoto del 72%.

Anche Confartigianato sul suo sito prende una posizione netta, puntando il dito sulla debolezza politica del territorio e su quella che rischia di «passare alla storia come l’ennesima storia tutta italiana della burocrazia che frena lo sviluppo infrastrutturale del Paese», per poi valutare pro e contro di un ricorso al Consiglio di stato: per la ferrovia Rho-Gallarate si scelse questa strada, ma si persero altri 5 anni.

G.D.S.

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