Il corteo avverso alla Vigevano-Magenta scatena la “contro protesta” sulla sponda ducale del Ticino. Con un appello bipartisan da parte della politica, che in sostanza dice: fatevi voi le nostre stesse code in mezzo al traffico e poi, forse, ne riparliamo.
IL CORTEO C’erano un migliaio di persone alla manifestazione partita da Albairate la scorsa domenica: organizzata dai cosiddetti comitati “No Tang”, il corteo (che ha raggiunto poi la vicina Abbiategrasso) aveva lo scopo di protestare contro la realizzazione della Vigevano-Magenta, opera che a breve dovrebbe essere appaltata (in estate era stata assegnata un’aggiudicazione provvisoria) e che entro il 15 novembre, secondo il cronoprogramma di Anas, dovrebbe vedere il via al cantiere. In testa al “serpentone” i sindaci dei comuni del territorio da sempre contrari all’opera: Flavio Crivellin, della stessa Albairate, Domenico Finiguerra, di Cassinetta di Lugagnano, e poi Carlo Tarantola di Rosate e Omar Cirulli di Gudo Visconti, per altro non interessati territorialmente all’opera. Dietro di loro cittadini, membri di associazioni ed esponenti politici (soprattutto di Città Metropolitana) che reputano quell’infrastruttura troppo impattante a livello ambientale per il territorio. A Milano sono M5s e Partito Democratico a spingere per fermare l’opera: «L’ennesimo suolo che sarebbe sacrificato al cemento, senza portare miglioramenti alla quotidianità di chi vive il territorio», ha commentato Nicola Di Marco, capogruppo del M5s in Regione Lombardia, che ha di fatto dato seguito alla dichiarazione di Alessandro Capelli, segretario metropolitano del Pd, di «dare risposte alle esigenze di sviluppo e mobilità mettendo al primo posto la sostenibilità ambientale». Eppure proprio il Pd milanese aveva aperto alla “Tratta C”, quella che collega Vigevano ad Albairate: in un’intervista a L’Araldo del luglio 2020 Arianna Censi, all’epoca vice sindaco dem di città metropolitana e oggi assessore alla mobilità meneghino aveva dichiarato
sì, come dicevo la tratta C la immaginiamo simile con una riduzione delle dimensioni, ma sostanzialmente va bene.
CITTA’ CHE MUORE Di certo, sono di tutt’altro avviso i dem ducali, che quel collegamento lo ha sempre richiesto. «La tratta C della superstrada Vigevano-Malpensa è un’opera vitale per Vigevano – ci tiene a precisare Arianna Spissu, segretaria del Pd di Vigevano – Basterebbe fare un viaggio andata e ritorno, magari due viaggi, uno in treno e uno in macchina, per capire che cosa provino i pendolari vigevanesi e lomellini in quello che è un calvario quotidiano. Non serve provare in un giorno di sciopero, basta un giorno qualsiasi». Per Spissu, non si tratta di scelta tra raddoppio e strada, ma di due infrastrutture necessarie entrambe al territorio: «È chiaro che ogni città porta avanti le proprie istanze e cerca di fare il bene del proprio territorio: noi facciamo quello del nostro e questa infrastruttura è fondamentale per non lasciar morire una città che vede le sue aziende sparire o andarsene anche a causa di collegamenti inadeguati. Il doppio binario e la tratta C non sono alternativi, anzi, sono due soluzioni necessarie e vitali allo stesso modo».
FACCIATA Andrea Ceffa, sindaco leghista di Vigevano, è un fiume in piena. «Hanno sempre avuto da ridire su tutto – spiega Ceffa – usano l’ambientalismo come pretesto per contrastare la realizzazione di un’opera dal grande impatto per il nostro territorio. Chi continua a remare contro non si rende o fa finta di non rendersi conto che la mancanza di connessioni infrastrutturali ha delle ripercussioni anche su altri ambiti, tra cui l’infrastrutturale e quello agricolo. I no Tang non difendono l’ambiente, ma i propri interessi. Se avessero voluto davvero protestare, lo avrebbero sicuramente fatto nelle sedi opportune. Chiunque non viva fuori dalla realtà è consapevole dell’importanza della Vigevano-Magenta».
Alessio Facciolo, Edoardo Varese