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Vigevano / La congiura di Sant’Andrea: l’ultimo (?) giorno della giunta Ceffa

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il sindaco di Vigevano Ceffa

Cade la giunta del sindaco Andrea Ceffa.

Mercoledì mattina si sono dimessi 13 consiglieri, 9 di minoranza e 4 di maggioranza, decretando la decadenza del Consiglio comunale e di conseguenza dell’intera amministrazione.

Al primo cittadino, secondo quanto previsto dall’articolo 141 del decreto legislativo 267 del 2000, subentrerà un commissario nominato dal Prefetto di Pavia, Paola Mannella, che sta seguendo con grande attenzione la vicenda e che già questa mattina, salvo nuovi colpi di scena, potrebbe decretare la nomina e lo scioglimento del Consiglio a poco più di due anni dalle elezioni del 2020.

Vigevano - aula consiliare
Vigevano – aula consiliare

IL RACCONTO La crisi inizia ufficialmente martedì sera, quando si riunisce il Consiglio comunale e mancano all’appello 14 consiglieri.

Presenti in 10, tra gli assenti tutti i componenti dell’opposizione e 6 membri della coalizione “di governo”: Riccardo Capelli (capogruppo di Fratelli d’Italia), Claudia Montagnana (Vigevano Civica) e soprattutto Paola Cavallini, Marco Cividati, Rimma Garifullina e Giulio Onori, tutti della Lega.

Il passaggio successivo avviene mercoledì mattina, quando alle 8.05 un delegato si presenta all’Ufficio Protocollo del Comune per registrare le dimissioni di 13 consiglieri (oltre ai già citati Alessio Bertucci, Emanuele Corsico Piccolini, Carlo Santagostino e Arianna Spissu del Pd, Luca Bellazzi e Martina Ambrosino del Polo Laico, Silvia Baldina del M5S, Furio Suvilla e Giuseppe Squillaci di Azione pur in due gruppi consiliari differenti), registrate il giorno prima con atto notarile sottoscritto presso lo studio del notaio Antonio Trotta. Tra i dimissionari tutti i membri della minoranza (Trattandosi della maggioranza più uno dei componenti dell’assise, la decadenza dell’organo sarebbe immediata secondo la legge, ma a questo punto la situazione si complica, perché presso l’ufficio si presentano il consigliere Capelli, uno dei dimissionari, la capogruppo della Lega Daniela Carignano, l’assessore Nicola Scardillo (compagno di partito in FdI) e due agenti della Polizia Locale: l’intento di Capelli è quello di ritirare le sue dimissioni, che avrebbe sconfessato nella notte tramite Pec, nella confusione del momento si blocca il trasferimento telematico delle dimissioni e si perde traccia proprio della lettera di Capelli.

la lettera “scomparsa” – le dimissioni di Capelli, presentate e protocollate

LOST IN TRANSLATION Questo è il mistero a cui la giunta Ceffa resta appesa fino al tardo pomeriggio: con 12 uscenti il Consiglio sarebbe stato salvo e si sarebbe trattato solo di procedere alla loro sostituzione, con 13 inevitabile la decadenza. La minoranza conferma di aver consegnato tutti i documenti, compreso quello relativo a Capelli, ed esibisce la copia data al delegato con tanto di timbro dell’Ufficio protocollo e di firma del dipendente, ma in Comune nessuno sa dove sia finito. Solo nel tardo pomeriggio – secondo fonti interne all’opposizione dopo un duro confronto che ha interessato anche il personale del municipio – arriva la decisione di protocollare anche la copia della tredicesima lettera di dimissioni, quella timbrata, in assenza dell’originale che risulta «sottratto», una circostanza che probabilmente richiederà approfondimenti; del resto Carabinieri e Polizia di Stato sono intervenuti sin dalla mattina, chiamati dai consiglieri di minoranza presenti nel palazzo comunale.

SCENARIO Ora toccherà al prefetto di Pavia valutare la situazione e nel caso nominare un commissario che si occuperà dell’ordinaria amministrazione in attesa della convocazione delle elezioni che potrebbero svolgersi la prossima primavera, anche se non è da escludere che la parte “soccombente” decida di ricorrere al Tar. Difficile che quanto accaduto non abbia ripercussioni sulle regionali, nelle quali l’ex sindaco e attuale assessore Andrea Sala era in pole per una candidatura che avrebbe potuto portarlo a Palazzo Lombardia.

Giuseppe Del Signore

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