Caritas, mano tesa ai giovani verso il futuro

“Il futuro in mano”. Non poteva avere titolo più adatto, il progetto realizzato dal comune assieme alla Caritas Diocesana. L’obiettivo è quello di intercettare i giovani, di creare un progetto per coloro che si sono ‘persi’ dopo il periodo del Covid. Il sindaco Andrea Ceffa, assieme al direttore della Caritas Diocesana, don Moreno Locatelli hanno ribadito «si tratta di una vera e propria sfida perché i lavori che proponiamo vengono percepiti dai soggetti come qualcosa di assolutamente poco interessante. Che, quindi, non può, entrare nelle loro vite».

Si tratta di giovani difficili da intercettare ma una volta superato questo ostacolo, con gli strumenti adeguati, proponendo progetti concreti è possibile conquistare la loro curiosità, attenzione. “Gli strumenti adeguati” sono: «uno staff di cinque professionisti che lavorano solo su questi progetti – ha detto don Moreno Locatelli – che quindi conoscono benissimo le dinamiche interiori che spingono i giovani all’inedia, a non far nulla, a lasciarsi vivere mentre il tempo, però, passa. E assieme al tempo, se ne va, anche la possibilità di potersi inserire in un contesto lavorativo adeguato alle proprie risorse, esigenze, sogni, particolarità».

Il progetto “Il futuro in mano” intercetta la popolazione che sta a casa senza idee, senza futuro. Si tratta di un progetto iniziato nel gennaio del 2022 e che adesso sta entrando nel vivo. Le modalità con le quali la Caritas intercetta coloro da ‘stanare’ si trovano grazie alla collaborazione, al lavoro sempre attivo con i servizi sociali, con le scuole: in questi mesi sono stati costruiti passaggi con estrema cura, con tanta meticolosità e pazienza, rispetto per l’altro e per quello che l’altro vive o ha vissuto.

«Stiamo parlando di un grande lavoro – ha detto don Moreno Locatelli – adesso stanno per partire i percorsi formativi: è un momento decisivo, importante». A sottolineare quanto è determinante il lavoro condotto dalla Caritas, le parole del sindaco Andrea Ceffa che ha detto «non potete immaginare quante famiglie in difficoltà bussano alla mia porta: ma se prima venivano per tutto il nucleo famigliare ora, vengono per parlare della situazione che vive il proprio figlio con crescente preoccupazione: si tratta di ragazzi che si chiudono in se stessi e che non sono raggiungibili: i genitori che vengono a parlarmi sono esasperati. Anche per questo, per evitare che un problema diventi drammatico, è necessario lavorare in rete, collaborando con chi ha competenze per aiutarli».

Gli ha fatto eco il commento della dirigente Elisabetta Guido che ha sottolineato «presso Palazzo Esposizioni da qualche settimana è stato aperto, anzi, riaperto, l’Informagiovani: uno sportello dove attingere informazioni preziosissime per coloro che vivono condizioni come quelle appena descritte dal sindaco e dal vice direttore della Caritas: l’Informagiovani possiede una ‘banca-dati’ preziosissima che potrebbe mettere in collegamento chi cerca occupazione con l’azienda adatta alle proprie esigenze».

Isabella Giardini

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