Con la “fase 2” torna il consiglio comunale

Il primo consiglio comunale della “fase 2” va in scena de visu, ma pur sempre protetti dalla mascherina. Martedì 19 maggio l’assise si è riunita in sala consigliare per l’approvazione di nove punti amministrativi, alcuni dei quali (come le variazioni di bilancio) necessarie per stanziare i fondi contro l’emergenza Covid. La seduta, tenutasi a porte chiuse, ha visto la partecipazione di giunta e consiglieri nel rispetto delle disposizioni di sicurezza, con posti distanziati e mascherine obbligatorie. La serata si è aperta con l’ok dato alle variazioni di bilancio messe in atto per far pronte a «situazioni di emergenza», come spiegato dall’assessore Nunziata Alessandrino: somme investite, come i 206mila euro messi nell’emergenza alimentare, i 20mila spesi in dispositivi di protezione o i 38mila dati al terzo settore, ma anche incamerate, come i 338mila avuti dallo Stato per i buoni spesa, i 125mila giunti dalla Regione per la morosità incolpevole o i 10mila donati dai cittadini.

La seduta si è scaldata soprattutto al punto relativo alla gestione da parte di Fondazione Roncalli dei locali dell’ex Besozzi, dove ha sede una scuola di formazione professionale gestita dalla stessa fondazione e al centro di alcuni provvedimenti giudiziari legati a doppio filo all’ex consorzio Ast. Il punto, particolarmente controverso, ha visto infatti la non partecipazione né alla discussione né al voto di Pd, Movimento 5 Stelle, Gruppo Civico e degli ex La Strada (ora confluiti nella Lega) Vese, Porta Fusero e Cavigliani (che della Fondazione Roncalli fu presidente). La questione in discussione nell’arco della serata riguardava la modalità gestionale dei locali e della scuola di formazione professionale, affidata dal Comune prima ad Ats e poi alla Fondazione ma di fatto scaduta nel dicembre 2015 e ora senza ragione giuridica. «Ora bisogna ripristinare le cose affinchè questa realtà possa essere gestita secondo le regole – ha spiegato in aula il legale che ha seguito la vicenda per conto del comune – Bisogna dare atto della fine del precedente affidamento e fare in modo che l’attività venga svolta secondo nuove regole dettate nel corso degli anni».

L’intervento del consigliere Bonecchi (Per Vigevano)

Tra le opzioni in ballo la gara resta quella più probabile ma «bisogna comunque garantire la continuità del servizio non solo per questo anno, terminato prima per motivi sanitari, ma anche per prossimo. Quindi la Fondazione potrà gestire l’attività, ma il Comune deve comunque indire procedura». Sul tema si è scatenata l’opposizione del gruppo Per Vigevano. «Da cinque anni versiamo in una condizione di illegittimità» ha dichiarato il consigliere Madeo, con il capogruppo Bonecchi che ha ribadito le perplessità sull’utilità stessa della Fondazione: «Se non facesse più la formazione il suo unico altro compito sarebbe la locazione di locali: e per quello basta un impiegato». Per Vigevano, comunque, non ha poi partecipato al voto, come fatto dai gruppi Grande Vigevano e Sinderesi e dal sindaco, lasciando l’approvazione del punto a Forza Italia e ai “superstiti” leghisti.

Curioso il punto legato all’approvazione dei rimboschimenti che la Provincia farà sul suolo comunale (spesa 91mila euro) come compensazione per il nuovo ponte sul Ticino: delle quattro aree individuate (via Buccella, via Gravellona, Cascina cavalli e strada Fogliano superiore) le prime due in particolare saranno attrezzate con percorsi pedonali e ciclabili per una fruizione migliore da parte dei cittadini.

Alessio Facciolo

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