Alla fine Andrea Sala ha preferito la giunta al consiglio. Nonostante abbia più volte dichiarato l’intenzione di proseguire il suo percorso politico in Aula – con vista su “aule” più importanti tra Milano e Roma – l’ex sindaco ha deciso di virare su un incarico da assessore con deleghe a Lavori Pubblici, Patrimonio, Servizi Demografici, Verde Pubblico, Volontariato e Associazioni d’arma, Iniziative per il tempo libero, tradizioni ed eventi culturali, Protezione civile ed Edilizia privata. Incarichi quasi da vice.
VISTA PARLAMENTO La mossa è stata concordata tra il nuovo sindaco Andrea Ceffa e lo stesso Sala. «Abbiamo concordato una strategia per la città – argomenta Ceffa – e siamo concordi sulla strada da seguire».
Il ragionamento fatto è che oggi più che mai serve un nostro rappresentante a Roma e che la persona che può farlo con personalità e competenza è Sala. Deve rappresentarci in Parlamento
Nella decisione ha pesato anche il fatto che i prossimi appuntamenti elettorali sono lontani, l’orizzonte è il 2023, e che in poco meno di tre anni c’è il rischio di erodere il capitale politico, frutto della grande mole di preferenze conquistate e di 10 anni da sindaco. Per il nuovo primo cittadino si tratta sia di un punto di forza sia di una debolezza, perché da un lato l’esperienza amministrativa di Sala è un valore aggiunto in un momento storico unico e in una squadra in cui altri profili sono alla prima esperienza, senza dimenticare che dopo dieci anni si torna a una coalizione vasta che il sindaco avrà il compito di tenere in equilibrio, dall’altro lato la presenza di una figura di questo tipo potrebbe risultare “ingombrante”.
Per ora Sala continuerà a svolgere la professione di docente, avendo appena ripreso servizio al Casale, la scuola presso la quale è entrato in ruolo nel 2016 per poi prendere l’aspettativa per motivi politici e occuparsi a tempo pieno dell’incarico di sindaco. Non è escluso che in futuro non possa compiere una scelta simile per dedicarsi alle mansioni di assessore o ad altri compiti.
Gds