Scuola, si parte bene ma poi arrivano i primi casi di Covid

Il suono della campanella, la voglia di rivedersi fra i corridoi, la mancanza di insegnanti: all’apparenza un anno come gli altri, quello cominciato lo scorso 14 settembre. Un’apparenza, appunto, neanche troppo nascosta: la prima campanella del post Covid nelle scuole vigevanesi ha portato in dote dubbi e criticità che i dirigenti scolastici degli istituti cittadini stanno cercando di affrontare per restituire quella “nuova normalità” di cui anche insegnanti e studenti hanno bisogno.
Fino a giovedì 17 settembre tutto bene e un discreto ottimismo. Ma poi, anche in Lomellina, arriva la prima mazzata: all’Ic Robecchi di Gambolò i primi casi di Covid e le prime quarantene: pare due alunni. Per il nostro giornale, avevamo appena sentito alcuni dirigenti dei comprensivi e delle superiori e pareva che tutto andasse per il verso giusto.
All’istituto comprensivo di via Valletta Fogliano sono stati messi a punto i protocolli di sicurezza per ingressi e uscite. «Va tutto bene – racconta il dirigente Massimo Camola – alla scuola secondaria abbiamo messo dei punti di raccolta delle classi sui due lati dell’edificio. Al Vidari abbiamo riattivato il portone di via Cadorna. L’unica criticità è la nomina dei supplenti per medie e primarie, che è stata effettuata ma non ha riempito l’organico». Qualche problema lo si è registrato sul fronte dei sintomi: «Abbiamo avuto dei ragazzi con alcuni sintomi, ma per ora non ci sono notizie di positività al Covid 19. Sono in corso gli accertamenti e le famiglie dovranno rispondere con tempestività alle chiamate. È meglio avere qualche attenzione in più. È una partenza faticosa e ringrazio tutto il personale Ata: poter partire è già un risultato importante». Anche al comprensivo di via Botto c’è carenza di insegnanti: «Siamo partiti scaglionati – spiega il dirigente Pietro Chierichetti – prima l’infanzia, poi la secondaria e la primaria. La criticità è rappresentata dalla mancanza di docenti per le secondarie, le nomine verranno fatte questa settimana ma abbiamo molte cattedre scoperte, soprattutto di lettere. Se non arrivano i docenti sarà molto complicato». All’Ic di piazza Vittorio Veneto «i bambini sono stati contentissimi di rincontrarsi – riferisce la preside Lucia Dragotto – e non hanno avuto nessuna difficoltà a seguire regole, percorsi e segnaletica, mettendo le mascherine e aprendo le finestre per areare. Non c’è stato nessun affollamento per il momento di sgranchirsi le gambe, e abbiamo provveduto a mandarli a scuola con zaini e cartelle alleggerite. La temperatura veniva misurata a casa, dalle famiglie. Ci vuole responsabilità e flessibilità, e i ragazzi le hanno dimostrate ampiamente: mi auguro che lo facciano anche gli adulti». Al liceo classico Cairoli il dirigente Alberto Panzarasa è abbastanza soddisfatto: «Il primo giorno di scuola è andato bene, i ragazzi stanno dimostrando tanta voglia di iniziare e rispettano le regole, tra l’altro le lezioni sono tutte in presenza, non abbiamo nessuno a casa. Certo, la situazione è in divenire, e i problemi sono sempre dietro l’angolo, ma la risposta è stata buona. Mancano alcuni insegnanti, soprattutto di matematica e fisica, ma verranno nominati venerdì». All’Itis Caramuel il dirigente Matteo Loria riferisce: «Siamo ripartiti con tutte le classi, il Roncalli e il Castoldi sono sempre in presenza. Il Caramuel ha più di 900 studenti e le prime e le quinte sono tutte in presenza, per le seconde, terze e quarte un terzo è impegnato nella didattica a distanza e 20 ore sono di presenza a scuola. L’anno è partito con alcune criticità ma meglio di quello che si poteva pensare».

Massimo Sala
Davide Zardo

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