Sos dell’Avis: «Serve un medico fisso»

Un messaggio d’incoraggiamento per volontari e donatori. È la lettera che il presidente dell’Avis di Vigevano, Simone Carnevale Maffè. Ha inviato ai soci della sezione, inviandoli a resistere alle difficoltà che da qualche tempo caratterizzano l’impegno del centro trasfusionale, allestito in un sotterraneo dell’ospedale civile.

«Carissimi donatori e carissime donatrici, – si legge nella missiva – siamo all’inizio di un nuovo anno che speriamo possa portare lontano da noi tutti i problemi legati alla pandemia e come sempre desideriamo ringraziare tutti voi per aver risposto con solerzia alle chiamate per la donazione che ci hanno permesso di garantire le scorte di sangue necessarie. Tuttavia, ci sembra corretto condividere con voi alcune criticità che da qualche tempo fanno da sfondo all’attività del nostro centro trasfusionale. Tutti voi avete potuto constatare durante le sedute di donazione che il personale che lavora al centro trasfusionale durante questi ultimi anni è sempre più diminuito, e quello superstite sta facendo il possibile per mantenere i soliti, elevati standard qualitativi che le norme cogenti ed il buon senso richiedono.

Inutile dirvi che ci siamo prodigati sia nella ricerca di un confronto con i responsabili di Asst, sia nel cercare di reperire un medico a nostre spese per supportare il personale ospedaliero, ma senza nessun risultato. Da pochi giorni inoltre abbiamo anche avuto notizia della chiusura del bar all’interno dell’ospedale, senza alcun preavviso da parte di nessuno, creando cosi un ulteriore disagio. Come qualcuno di voi avrà già visto, abbiamo sopperito a ciò organizzandoci con la distribuzione del ristoro all’interno della nostra sede grazie alla presenza della nostra volontaria del servizio civile. Nonostante tutto vogliamo assicurarvi che noi non disperiamo perché siamo consapevoli che il bene di Avis passa attraverso il donatore, nostro bene più prezioso. Speriamo di potervi dare presto buone notizie, confidando nella vostra comprensione».

Già prima di Natale il direttivo dell’Avis aveva scritto alla direzione generale di Asst, facendo presente alcune problematiche: «Non abbiamo ancora avuto risposte – spiega il presidente Carnevale Maffè – e nel frattempo il medico che avevamo assunto a nostre spese ha deciso di abbandonare il servizio per continuare gli studi specialistici. A questo si aggiunge il fatto che cerchiamo da anni una nuova sede, che anche per l’ospedale costituirebbe un prestigio, e che da poco ha chiuso il bar dell’ospedale. Su questo non ci siamo persi d’animo e per far fare la colazione ai donatori abbiamo organizzato una distribuzione di brioche e bevande calde grazie alla volontaria del servizio civile. Si spera che sia una soluzione temporanea, e aspettiamo risposte da Asst, nella convinzione che la nostra risorsa più importante è il donatore, che ogni giorno compie un gesto pieno d’altruismo».

Davide Zardo

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