Vigevano, corsa contro il tempo per evitare i licenziamenti alla Moreschi

Moreschi chiude due reparti e annuncia 35 esuberi. Torna ad affacciarsi lo spettro dei licenziamenti sulla storica fabbrica ducale, tra i più riconoscibili brand della calzatura di lusso “made in Italy” e soprattutto “made in Vigevano”: l’azienda nei giorni scorsi ha avviato le procedure di licenziamento per 35 operaie e operai, avendo manifestato l’intenzione di cessare l’attività dei reparti di orlatura e pelletteria svolta da tempo prevalentemente all’estero.

LA CASSAINTEGRAZIONE L’azienda ha già usufruito per un anno della cassa integrazione, finalizzata alla formazione e alla ricollocazione, con esiti positivi per una quindicina di addetti, visto che in origine i tagli dovevano riguardare una cinquantina di persone. Nel gennaio 2020 alla Moreschi erano partiti i contratti di solidarietà, mentre a metà dello scorso anno era stato raggiunto un accordo per la cassa integrazione di 46 lavoratori. La cassa integrazione era stata poi prorogata nel gennaio di quest’anno e scadrà a il 5 giugno. Entro questa data i sindacati sperano di trovare un accordo con l’azienda, che da un paio di anni non fa più capo alla storica famiglia Moreschi ma alla Hurleys Sa, un fondo d’investimento con sede in Svizzera con titolare Luca Scalfi. Nei giorni scorsi Cgil, Cisl, Uil hanno partecipato a un tavolo con l’azienda per chiedere «un ulteriore sforzo per ridurre i numeri dell’esubero tramite una ricollocazione esterna che, attuata su base volontaria, potrebbe essere concretizzata mediante l’istituto del distacco».

LE PROPOSTE DEI SINDACATI «Tenteremo di esplorare tutte le strade per evitare i licenziamenti – spiega il segretario provinciale Filctem Cgil Pavia Michele Fucci, tra i partecipanti all’incontro – o almeno ridurne il numero, riassorbendo parte degli esuberi. La situazione è comunque complessa, perché molte attività sono già state esternalizzate. Ora sono 140 gli addetti rimasti, quasi tutti sono attorno ai 50 anni, e quindi hanno sia la capacità sia, soprattutto, il bisogno di lavorare». La “capitale della scarpa” degli anni Sessanta, a Vigevano, è da tempo un ricordo: e il ridimensionamento di Moreschi, che di quell’epoca era un simbolo, non fa che accentuare questo fenomeno. Fino a cinque anni fa i dipendenti dell’azienda erano 350: ora sono almeno un centinaio in meno, con la prospettiva di vederne altri.

UNA CRISI ANNUNCIATA «La crisi non è un fulmine a ciel sereno, già nei mesi scorsi l’azienda aveva avviato una politica di riduzione del personale”, rileva ancora Fucci: “Alcuni dipendenti sono stati spostati su altri reparti, sfruttando la cig, altri invece hanno trovato un nuovo impiego o, ma sono pochissimi, hanno accettato il prepensionamento. Ora ci hanno comunicato di aver cessato l’attività di orlatura e pelletteria perché ormai queste attività vengono svolte da aziende esterne e questo comporta un esubero di 35-36 lavoratori. Sentiremo le ragioni di questa decisione e chiederemo se ci sono ancora spazi per ricollocare, all’interno del calzaturificio questi dipendenti».

                                                                                         Alessio Facciolo

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