Mobili, assi da stiro, divani letto e sedie. Non si tratta del catalogo di un negozio di arredamenti, bensì di rifiuti ingombranti e rifiuti speciali che, ogni giorno, vengono abbandonati illegalmente nelle campagne vigevanesi da persone senza scrupoli.

Una situazione, quella delle discariche abusive, che va avanti da fin troppo tempo e a cui non si è ancora riusciti trovare una soluzione definitiva.

1. Una discarica a cielo aperto

Ad accogliere nella campagna vigevanese, assi di legno e rifiuti ingombranti vari

Una delle zone più “gettonate” dai malfattori è la via sterrata Fosso Pavese, tra la strada Camina e la strada della Pescatora, in zona Buccella, ai confini tra Vigevano e Cassolnovo, un’area da sempre oggetto di discariche abusive e già nota alle autorità. Non si tratta di un’unica grande discarica, ma in realtà tutta l’area è oggetto di sporcizia e abbandoni seriali, deturpando di non poco il paesaggio.

2. Un’intera strada presa d’assalto dai “vuncion” locali

Anche un divano letto e un asse da stiro abbandonati

Più nello specifico, sono quattro le aree che raggruppano il maggior numero di rifiuti che, guarda caso, sono anche quelle più facilmente raggiungibili in auto, vicino alle due strade limitrofe, o in punti dove la strada sterrata si presenta più larga.

3. Non solo rifiuti ingombranti, ma anche quelli speciali

Tra i rifiuti abbandonati, anche molti scarti edili

Tra i tanti rifiuti ingombranti come assi di legno, mobili da cucina e materassi, sono presenti anche rifiuti edili e speciali, molti dei quali sono estremamente dannosi per la salute pubblica e per la fauna del luogo. Basti pensare che la zona, oltre ad essere abitata da molti animali come lepri, ricci e uccelli, è anche confinante con le coltivazioni di riso e mais e vicino a un fosso d’acqua. Questa brutta abitudine di molti cittadini, che altro non è che un reato, non è presente solo in questa zona di campagna, ma anche in molte altre aree della città ducale, così come di altri comuni del territorio lomellino, un fenomeno per cui si spera si possa mettere al più presto la parola “fine”.

Rossana Zorzato