Vigevano-Magenta: «Non esiste strada alternativa»

Non esiste strada alternativa alla Vigevano-Magenta, sia come indirizzo politico sia, soprattutto, da un punto di vista tecnico. E’ questo il concetto che, con forza, è stato ribadito dalla sezione vigevanese di Forza Italia e dagli amministratori leghisti Andrea Sala e Andrea Ceffa in risposta alle voci, esplose la scorsa settimana, che vorrebbero un totale ripensamento dell’opera da parte del Ministero delle Infrastrutture, con il conseguente riavvio di tutto l’iter.

Al momento la “superstrada” (in realtà, una strada a due corsie nel progetto definitivo) è ferma a quella sentenza del Tar di Milano del 31 gennaio scorso che, accogliendo il ricorso presentato dal Parco del Ticino, ha rilevato un vizio di forma nella presentazione della Via (Valutazione d’impatto ambientale). L’aggiornamento di tale documento è ora al vaglio del Ministero dell’Ambiente che, nel giro di qualche settimana, dovrebbe dare l’ok e passare la palla ai colleghi delle Infrastrutture.
«La mancata realizzazione della strada è un monumento allo spreco, alla malapolitica e alla malagiustizia» afferma Paolo Iozzi, vice coordinatore di Forza Italia, che a riguardo rivela di aver mobilitato l’onorevole Alessandro Cattaneo (che farà un’interrogazione parlamentare) e di aver istituito un gruppo di lavoro con professionisti e progettisti dell’opera. Per Iozzi questo è un fronte che non deve dividere, vista la sua importanza strategica: «Bisogna scordarsi il colore politico e marciare insieme per l’opera». Un appello che fa suo anche il vice sindaco Andrea Ceffa, candidato sindaco della Lega alle prossime elezioni con l’appoggio proprio degli azzurri:

«Chi è a favore della strada si dica tale, anche su fronti opposti. Litighiamo su tutto in campagna elettorale, ma su questo restiamo uniti».

Per Ceffa, insomma, bisogna giocare a carte scoperte: «Chi non vuole il collegamento non ama Vigevano e il territorio. Chi dice che esiste una “terza via” mente: gli altri progetti, tra cui quello di M5S e Pd di Città metropolitana sono stati bocciati. E i soldi non possono essere spostati su altre opere: arrivano da una legge obiettivo, se decade il progetto per cui sono stati destinati spariscono. Ci sono dei comuni (Albairate e Cassinetta, ndr) che vogliono imporre il loro volere: non mi si parli di condivisione col territorio. Evidentemente sono contrari allo sviluppo della nostra zona, chi vuole far fallire il progetto si prenda la responsabilità».

Controcorrente, non sulla realizzazione della Vigevano-Magenta ma sulla strategia da utilizzare, il sindaco Andrea Sala, secondo il quale non è il caso di provvedere, almeno per il momento, a nessuna iniziativa di carattere politico ma di lasciar parlare gli atti. «Il Tar ha espresso il parere su una parte, non sul progetto nel suo complesso: si trattava di un vizio di forma – spiega Sala – una volta sistemata quella carta non vedo che problemi ci siano. La Regione ha ribadito come sia un’opera prioritaria e ci sono tutte le garanzie economiche per farla». L’unica cosa che può determinare lo stop, insomma, è una scelta politica:

«I fatti tecnici andranno avanti e ci daranno ragione: ci sono tempi precisi per le procedure e noi monitoriamo quelli. Si tratta di attendere qualche settimana. Chi ha alzato la posta è “disperato” politicamente, perché l’iter va a favore della strada. E il MiT, per bloccarla, deve fare un atto».

E se tale atto dovesse arrivare? Allora lì sì, che si andrebbe sulle barricate: «Lo pago io il pullman per caricare la gente e andare a Roma, a dire che sono stati sprecati soldi pubblici e che Vigevano è isolata» tuona il sindaco, che punta il dito soprattutto su alcuni esponenti di Pd e Movimento 5 Stelle. E’ bene però ricordare che la “battaglia politica” sulla strada è un po’ più complessa e non ha divisioni nette di schieramento: e tra gli oppositori c’è anche il Parco del Ticino, che ai suoi vertici è amministrato dal centrodestra.

Alessio Facciolo

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