Vigevano, tre anni di eventi per Ludovico il Moro

«Aiutateci a costruire questa strada». Una strada che porti a un triennio di eventi dedicati a Ludovico il Moro e, un domani, magari, a diventare la Capitale Italiana della Cultura. E’ questo l’appello che il sindaco Andrea Ceffa e l’assessore Andrea Sala hanno fatto mercoledì sera ad associazioni e realtà culturali del territorio, convocate nella sala consiliare del municipio di Vigevano per la presentazione delle linee guida del programma delle celebrazioni in onore del Duca sforzesco. A 570 anni dalla sua nascita (e a 530 da quella della piazza Ducale, uno dei lasciti più importanti lasciati dalla famiglia Sforza a Vigevano) l’amministrazione ha deciso di fare le cose in grande, istituendo un comitato per l’anniversario, cercando adesioni fra le città con un legame con il Moro e realizzando un calendario di appuntamenti che sappiano valorizzare il patrimonio sforzesco della città.

«Nel programma di mandato c’era l’idea di valorizzare la figura del Moro in continuità con l’esperienza fatta per i 500 anni dalla morte di Da Vinci, ma stavolta legandolo a una figura più territoriale – ha spiegato Ceffa ai rappresentanti delle associazioni – abbiamo pensato di porci un obiettivo ambizioso: se vogliamo continuare a valorizzare la vocazione culturale della nostra città e per far conoscere al mondo la piazza e il castello, il nostro tesoro, dobbiamo uscire dai nostri confini territoriali».

ATTESA PER IL COMITATO Il primo step era già stato annunciato mesi fa: la creazione di un comitato nazionale per l’anniversario, del quale Vigevano fosse capofila. Un’iniziativa che ha raccolto parecchie adesioni: da comuni del territorio lombardo-piemontese (Abbiategrasso, Cassolnovo, Novara, Galliate, Pavia) a centri più distanti (Ferrara, Mantova, Piacenza, Forlì, solo per citarne alcuni), passando poi per realtà metropolitane (Milano, Bologna, Firenze, Venezia, Napoli, Bari) e perfino cittadine d’oltralpe come Berthenay e Loches. «La nostra idea è piaciuta perché comporta una comunicazione fra tutte queste città – ha proseguito il sindaco – Vorremmo anche arrivare a costruire un progetto di turismo enogastronomico per realizzare un itinerario “sforzesco” con tutte città che hanno aderito».

Prima, però, sarà necessario vedere se la richiesta di riconoscimento del comitato, che è subordinata al ministero, andrà in porto. Un dettaglio non da poco, visto che tale “ok” da Roma varrebbe ulteriori fondi per la realizzazione di eventi, ha chiarito Ceffa: «La richiesta di riconoscimento del comitato è stata inviata il 31 marzo, e il ministero ha tempo tre mesi per dirci sì o no. Se dovesse esserci le risorse, ci saranno riconosciute per gli anni 2023 e 2024».

TRE ANNI DI EVENTI Sì, perché l’intenzione dell’amministrazione è comunque di procedere al triennio di appuntamenti a prescindere dal riconoscimento del comitato nazionale, tanto che per l’anno corrente sono già stati decisi i principali eventi: il 3 maggio, ai rappresentanti delle città aderenti e a quelli del comitato d’onore (che tra gli altri vede la presenza del Vescovo Maurizio Gervasoni, del presidente della banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani discendente del Moro e del conte Marcello Castelbarco Albani Visconti Gropallo della Sforzesca) sarà presentato il programma nel dettaglio. Una data non casuale, visto che lo stesso giorno, nel 1492, fu sancito con un editto l’esproprio che diede il via alla costruzione di piazza Ducale: tale documento, conservato nell’Archivio Storico, per l’occasione rimarrà esposto alla Leonardiana.

Ma non solo, ha rivelato il primo cittadino: una mostra a settembre, un convegno a ottobre, e per l’estate un evento popolare. «Il 27 luglio sarà l’occasione per celebrare la nascita di Ludovico organizzando una festa diffusa in tutto il centro storico. Non sarà una notte bianca, ma una festa a tema che possa coinvolgere tutta la città, dal mondo della cultura al commercio. Se questa cosa funziona, sarebbe bello averlo come evento ripetitivo per gli anni a venire».

UN OBIETTIVO COMUNE Il coinvolgimento dell’associazionismo è stato uno dei chiodi su cui ha battuto di più Ceffa, che ha chiesto alle realtà del territorio idee, proposte, partecipazione per rendere dare corpo a tutto il progetto: «Se questa partita rimane solo dell’amministrazione non otterremo mai l’obiettivo: se diventa invece una sfida della città, la nostra forza diventa esponenziale». Anche perché il sogno, come rivelato dall’assessore Andrea Sala (sindaco ai tempi del primo tentativo) è quello di “assorbire” know-how per potersi ripresentare come candidati per la Capitale della Cultura: «In Lombardia non ci sono altre realtà che puntano a questa partita. Conta molto il non essere soli e avere temi riconoscibili. E il Moro rappresenta il concetto di committenza, che è un tema importante per l’Italia. La città però deve far confluire energie e non dobbiamo avere cali: nulla deve essere lasciato al caso».

Alessio Facciolo

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