Una chiesa aperta sul mondo, e tutto il giorno. È quella della Sacra Famiglia, più nota come “chiesa dei frati”, ed è situata in corso Genova a Vigevano.
SEMPRE APERTI Lì si trova sempre un padre francescano con cui parlare, e in questo caso ce ne sono a disposizione almeno sei in pianta stabile: le “colonne” storiche John e Ringo Perego (fratelli anche di sangue), fra Giuliano Molinari che opera in una comunità terapeutica nel Milanese, fra Fabio Adalberti, il nuovo arrivato fra Davide Uziard, e il padre guardiano Giuseppe Fornoni, da due anni a Vigevano dopo aver ricoperto diversi incarichi a Crema e Milano. «In più — racconta fra Giuseppe — abbiamo missionari come fra Egidio Mazzoleni, che pochi mesi fa, alla tenera età di 86 anni, è ripartito per il Congo e conta di tornare qui l’anno prossimo». Il GiFra (Gioventù francescana) di corso Genova è in effetti una realtà missionaria, dove la terra da “evangelizzare” può essere anche a due passi dal convento.

MISSIONE DIETRO CASA «Qui vengono a trovarci persone da tutto il mondo, e stiamo portando avanti tante iniziative con uno sguardo sulla città, compresa la convivenza col mondo islamico». La mensa (con una trentina di utenti al giorno) e il vestiario per i poveri, i centri estivi, il calcio, il teatro, la festa di sant’Antonio in giugno e quella di san Francesco in ottobre, le gite e i pellegrinaggi, le messe animate dai canti di diversi gruppi di preghiera, l’ordine francescano secolare (i cosiddetti “terziari”). La catechesi, poi, vede come educatori tanti adolescenti che si prendono cura dei più piccoli. «Lavoriamo molto con i social-media, abbiamo un sito web e la nostra community di Facebook unisce 700 persone. Dal 4 marzo 2026, inoltre, per l’ottavo centenario della morte di san Francesco, i frati minori cappuccini di Lombardia, Piemonte e Genova si uniranno in un’unica Provincia, e questo significa che anche da Vigevano potremo collaborare con confratelli di Milano, Torino, e così via. Insomma ci stiamo evolvendo, pur dando maggior attenzione alla Diocesi, e cercando di stare attenti ai segni dei tempi e alla realtà in cui viviamo». Ma come è nata la vocazione di fra Giuseppe (anche lui bergamasco come John e Ringo)?
VIENI E VEDI «Da ragazzo ero al mare e ho visto due frati insieme, contenti. Da lì è partita la domanda: “Chi sono, cosa fanno? Voglio andare a vedere”. E da lì è iniziato tutto. Il problema del calo di vocazioni — che ci sono, grazie a Dio, ma non numerose come una volta — è che manca la materia prima: i figli. Adesso certe scelte si fanno in età molto adulta, forse con maggior responsabilità, dopo aver fatto esperienze varie, poliedriche, che diventano anche delle ricchezze. Il fatto è che i battezzati, a mio parere, andrebbero responsabilizzati di più, e magari anche stipendiati. Ad ogni modo la prima testimonianza cristiana l’ho respirata in casa, dove ero il quarto di sei fratelli. È importante avere alle spalle una famiglia che ti accompagna e ti sostiene: è quella la prima scuola».
Davide Zardo