Osservatorio 28-11 / Il primo bacio

Il primo bacio non si scorda mai. È uno dei gesti più umani e più intimi tra due persone ed è carico di un significato simbolico che ha popolato la storia e l’arte. «Con un bacio tradisci il figlio dell’uomo?». Giuda bacia Gesù per tradirlo. Il gesto della più grande intimità per consumare il più grande dei tradimenti. Molte religioni prevedono il bacio nei loro rituali: all’altare, alla Pietra Nera, della pace, di statue o effigi.

Il bacio è ritratto da innumerevoli pittori, Klimt, Hayez, Munch, tre molto diversi uno dall’altro, ma anche scolpito da Rodin. Il bacio trascende il tempo attraverso la musica e la letteratura. «La bocca mi basciò tutto tremante» racconta Francesca a Dante, raccontando un sentimento tanto puro quanto impuro. Il bacio è un gesto capace di veicolare sia il bene sia il male, l’amore come il tradimento, talvolta intrecciati, e attiene alla dimensione più intima delle persone, tanto che ad esempio è raro che si presenti nella pornografia, separando sfera affettiva e sfera sessuale. Richiede un coinvolgimento non solo fisico, ma anche dell’anima, e per questo spesso è il desiderio estremo dell’animo innamorato; ancora Dante: «e par che da la sua labbia si mova / un spirito soave pien d’amore, / che va dicendo a l’anima: sospira». Come se quel soffio si riversasse dalla bocca di Beatrice a quella del poeta. Un bacio che in realtà non c’è mai stato ed è rimasto solo desiderato, come quello che invia Giosuè Borsi alla madre nella sua lettera alla madre:

Mamma, ti adoro e penso a te sempre sempre. Ti ho lasciato il cuore. Tiemmelo per benino, e lo riprenderò al ritorno. Un bacio lunghissimo.

Scriveva il 31 agosto 1915. Non lo avrebbe mai ripreso quel cuore, perché sarebbe morto due mesi e mezzo dopo al fronte. Il suo bacio trasfigurato nella «bocca / digrignata» del «compagno / massacrato» di “Veglia” accanto a cui Ungaretti trascorre l’antivigilia di Natale dello stesso anno. Di fronte a quella morte «ho scritto / lettere piene d’amore», in un attaccamento alla vita che è lo stesso che emana dal “Bacio a Times Square”, un bacio appassionato tra due sconosciuti che divennero il simbolo della fine della seconda guerra mondiale. Ma a cosa serve il bacio? Si tratta di un gesto tanto umano, ma a dirla tutta nel mondo animale si baciano pure giraffe, leopardi, lupi, orsi polari, albatri, roditori, scimmie… e gli uomini non l’hanno neppure inventato. Il bacio è un comportamento che si è sviluppato circa 21 milioni di anni fa tra i primati, come suggerisce uno studio che aveva l’obiettivo di capire quale fosse la sua funzione, visto che non è legato alla sopravvivenza né alla riproduzione. I ricercatori hanno definito il bacio «un contatto orale-orale diretto e non aggressivo, con qualche movimento delle labbra o dell’apparato boccale e senza trasferimento di cibo». Non il massimo del romanticismo, ma qualcosa che facevano anche i Neanderthal e che attesta come tra Neanderthal e Sapiens baciarsi fosse comune. Perché ci si bacia? Indagini precedenti hanno ipotizzato che potesse avere la funzione di verificare la salute o la compatibilità di un partner o che si sia sviluppato dalla “toelettatura sociale”, senza sciogliere il mistero. E se una risposta non ci fosse? Se fosse perfettamente inutile e allo stesso perfettamente necessario come espressione di un’emozione che tocca l’anima?

Giuseppe Del Signore

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