Home Cultura e tempo libero Gambolò, “Ultime notizie dal Medioevo” al Museo Archeologico

Gambolò, “Ultime notizie dal Medioevo” al Museo Archeologico

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Un ciclo di appuntamenti per “scavare” nei segreti dell’Età di Mezzo. Con “Ultime notizie dal Medioevo”, i sabati di marzo del Museo Archeologico Lomellino di Gambolò saranno dedicati a segreti e curiosità di quella che viene (erroneamente) considerata un’epoca oscura dell’umanità: un pregiudizio per quello che invece è un periodo lunghissimo, circa mille anni, e ricco di innovazioni e arte.

APPUNTAMENTI Il ciclo di conferenze, che si terranno tutte nelle sale di piazza Castello il sabato sera alle 21.15, comincerà l’11 marzo con “Indagare i paesaggi antichi e medievali”: tema della serata sarà il rapporto tra le comunità umane e l’ambiente naturale in cui esse vivono, dinamiche al centro delle ricerche dell’archeologia del paesaggio, disciplina che, a partire dagli anni ’50 del ‘900, si è sviluppata in risposta alla volontà di non limitare le ricerche ai singoli siti archeologici, ma di estenderle ai contesti territoriali in cui essi si inseriscono, al fine di indagare le modalità con cui gli insediamenti interagivano in passato con i loro paesaggi. I metodi attraverso i quali si studiano i paesaggi antichi saranno sviscerati dal dottor Alberto Massari, dell’Università Cattolica di Milano, che analizzerà una serie di casi di studio italiani ed europei.

Il ruolo che le vallate alpine e i passi di alta quota hanno avuto nella storia come cerniera tra l’Italia padana e l’Europa settentrionale sarà invece trattato nella serata del 18 marzo, dove il professor Federico Zoni, archeologo dell’Università degli Studi di Bergamo, dopo alcuni temi generali, illustrerà i lavori che negli ultimi tre anni il team di storici e archeologi del suo ateneo hanno svolto nelle Alpi lombarde, in particolare in Valtellina. Castelli medievali, borghi rurali, pascoli d’alta quota, sono solo alcuni degli elementi urbanistici e paesaggistici analizzati dai ricercatori bergamaschi e di cui si parlerà proprio durante l’incontro.

Museo Archeologico Lomellino
una delle sale

STUDI “Saccheggio o ritualità?” è invece la domanda che sta al centro all’incontro di sabato 25 marzo, dedicato in particolare alla riapertura delle antiche tombe barbariche. Gli scavi delle sepolture sono spesso considerati un disturbo e un limite alla comprensione del contesto archeologico: si è soliti, infatti, riferirsi a questo fenomeno con i termini di “violazione”, “saccheggio”, “furto”, “depredazione”, connotandolo in senso negativo. Negli ultimi anni, tuttavia, in diversi istituti universitari e di ricerca europei, si sta diffondendo un nuovo modo di pensare alle riaperture tombali, considerandole come una fase della vita della sepoltura da valorizzare e non come un’attività che ne altera l’integrità. Questi studi hanno portato non solo a definire metodi di analisi, ma anche ad immaginare nuove prospettive interpretative. Anche in Italia, alla luce dei lavori europei, hanno preso avvio ricerche incentrate sulle riaperture nelle necropoli di cultura longobarda. Durante l’incontro, tenuto dalla dottoressa Caterina Vergine dell’Università Cattolica, saranno presentati i dati di una prima quantificazione del fenomeno e alcuni contesti significativi, utili per far emergere la complessità di un tema che porta con sé molti interrogativi: chi ha operato le riaperture? Quanto tempo dopo la deposizione dei defunti? A che scopo? Tutte domande alle quali si cercherà di dare una risposta esaustiva durante la serata.

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