Il freddo di ottobre a Vigevano è mitigato dal calore della festa patronale dedicata al beato Matteo Carreri, domenicano, predicatore e guida spirituale della città.
STORIA E SPIRITUALITÀ La parrocchia di San Cristoforo in San Pietro Martire, con il patrocinio del Comune, ha predisposto un programma che, dal 5 al 19 ottobre, intreccia celebrazioni liturgiche, momenti comunitari e tradizioni popolari, restituendo l’immagine di una comunità viva e partecipe. Il cammino si è aperto con la predicazione dei padri domenicani del convento di Santa Maria delle Grazie di Milano: ogni giorno messe e meditazioni hanno accompagnato i fedeli, invitandoli a riscoprire il valore della festa e la figura del beato Matteo, che seppe coniugare parola e testimonianza, preghiera e carità. Particolarmente significative le celebrazioni della novena, ogni sera alle 21, che costituiscono un “filo rosso” capace di unire le generazioni e di mantenere vivo il senso della tradizione.
IL ROSARIO Il 7 ottobre, festa della Beata Vergine del Rosario, la città ha vissuto una giornata di grande intensità spirituale. Le celebrazioni si sono distribuite nelle varie parrocchie – Duomo e Fatima al mattino, San Cristoforo nel pomeriggio – e si sono concluse in serata con la solenne concelebrazione presieduta dal vescovo Maurizio Gervasoni, alla presenza di tutti i parroci. Momento molto atteso, la lettura del transito del beato Matteo ha permesso di rivivere i suoi ultimi istanti terreni, consegnando ai presenti l’eredità della sua fede. Nelle sere successive, la tradizione della novena si è arricchita della partecipazione delle contrade del Palio, che hanno reso omaggio al patrono con gesti simbolici. Questo intreccio tra sacro e popolare, tra spiritualità domenicana e identità cittadina, è uno degli elementi che rendono unica la festa vigevanese: non semplice ricordo, ma esperienza viva che lega passato e presente. Il culmine sarà domenica 12 ottobre, giorno della festa patronale.
La mattinata si aprirà con celebrazioni eucaristiche dedicate al volontariato e alla comunità cittadina.
IL CULMINE DELLA FESTA Alle 11 si terrà il solenne pontificale presieduto dal vescovo Gervasoni, a cui prenderanno parte il sindaco e la municipalità, insieme alle dodici contrade storiche: una presenza che offrirà un segno concreto di unità attorno al patrono. L’animazione musicale sarà affidata al coro della cattedrale, che renderà la liturgia ancora più intensa e partecipata. Nel pomeriggio e in serata altre messe, animate da frati cappuccini e domenicani, metteranno in luce la varietà delle presenze religiose a Vigevano. Nei giorni seguenti, il programma continuerà con celebrazioni dedicate alle singole parrocchie cittadine – San Francesco, Beata Vergine Addolorata, Santi Giovanni e Pio, Beata Vergine Immacolata, Cuore Immacolato e Cristo Re – senza dimenticare il toccante ufficio funebre per i defunti, presieduto dal vicario generale. Spazio anche al terz’ordine domenicano e alle comunità di Gesù Divin Lavoratore, Sacro Cuore e San Giuseppe, a testimonianza di una festa corale e condivisa, che sa abbracciare tutte le realtà ecclesiali e civili. Il percorso si chiuderà domenica 19 ottobre, con il Concerto del beato Matteo, eseguito dall’Orchestra Città di Vigevano alle ore 16. Un evento che unirà fede, cultura e musica, trasformando la festa patronale in un’esperienza di bellezza, memoria e gratitudine, capace di suggellare nel cuore dei fedeli l’eredità spirituale del patrono. «Ogni anno — spiega il parroco di San Pietro martire, monsignor Emilio Pastormerlo — il beato Matteo conferma che l’affetto per la sua “amata Vigevano” è ricambiato dai fedeli. Non solo quelli che vanno a messa la domenica, e non solo vigevanesi Doc, ma anche stranieri e migranti, turisti e amanti dell’arte. È il collante sociale di una festa che non ha mai subito crisi: un vero miracolo che conferma il cammino della comunità».
Davide Zardo