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Grest, un viaggio tra difficoltà e soddisfazioni

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Il bimbi del Grest di Garlasco

Grest diversi dal solito, quelli del 2020, con molte restrizioni che hanno obbligato a un cambio d’impostazione nell’organizzazione di un evento da sempre molto partecipato. Abbiamo chiesto ad alcuni responsabili come si sono trovati a gestire i Grest con le nuove disposizioni imposte dall’emergenza Covid. All’oratorio dell’istituto Negrone i bambini che partecipano al Grest sono una quarantina. «Devo dire che stiamo andando molto bene, al di là di ogni aspettativa. – commenta don Antonio Mercuri – Mi aspettavo peggio. Invece prima avevamo a che fare con 300 ragazzi, mentre adesso è una pacchia. Certo, devi stare attento che indossino la mascherina, stiano in gruppo, controllare che igienizzino i servizi igienici dopo averli usati, ma loro vanno avanti, si divertono e non danno problemi. Le prime grosse difficoltà sono state quelle burocratiche, con documenti e moduli da compilare».

Al Grest del Sacro Cuore i ragazzi quest’estate si sono ridotti da 90 a 50. «Abbiamo suddiviso i partecipanti in gruppi in base all’età – spiega il responsabile, don Stefano Targa – e per questo eravamo abituati anche nelle precedenti edizioni. Dobbiamo ringraziare il Comune per averci messo a disposizione il parco degli Alpini in corso Genova. Lì l’area è aperta al mattino per tre gruppi, e al pomeriggio per altri tre. Mentre i tre gruppi svolgono attività all’aperto, gli altri sono impegnati nei locali dell’oratorio, con laboratori linguistici, artistici e manuali».

grest san giovanni e pio
Il Grest di SS Giovanni e Pio

A San Giovanni e Pio quest’anno gli iscritti al Grest sono meno di una ventina, contro gli oltre 120 partecipanti degli anni scorsi. «Le restrizioni ci sono – racconta il parroco don Francesco Cappa – e il problema più grande è costituito dall’assenza dei bambini delle elementari, un po’ credo per momenti di difficoltà delle famiglie, con i genitori a casa per mancanza di lavoro, un po’ per la paura di tornare alla vita normale.

Facciamo solo mezza giornata, più di così non si può, ma le norme comunque sono troppo stringenti.

A Pieve del Cairo il problema più grosso è stato far accettare le mascherine alle famiglie dei bambini che frequentano i centri estivi. «Pochi nuclei hanno accolto volentieri la regola della mascherina – riferisce il parroco don Luca Discacciati. Abbiamo avuto solo 16 iscrizioni, ma del resto più di 21 non potevamo accettarne. I ragazzi non hanno avuto problemi a dividersi in squadre da 5/6 componenti. Abbiamo faticato a trovare gli animatori adulti, che dovevano essere due per ogni squadra. Per fortuna siamo nel cortile delle scuole elementari, dove i bambini possono stare sotto l’ombra di grandi alberi, mentre in oratorio c’è il prato sintetico, che fa sudare. Peccato non averli potuti portare in piscina, ma questo avrebbe comportato un costo e un limite, anche perché la sola cuffia non allontana il Covid, e poi ci sono regole molto restrittive. Rimediamo grazie a giochi d’acqua con canna e spruzzino, tanto per rinfrescarli un po’. Per la gestione del bar non abbiamo avuto problemi, l’accesso a gelato e patatine avviene come in oratorio, un gruppo alla volta, secondo le regole della buona educazione».

Bimbi e animatori a Pieve del Cairo

Procede con una buona partecipazione l’esperienza di “Summer life” estate 2020 organizzata dall’oratorio “Don Bosco” di Garlasco. «Sono 53 iscritti – spiega il viceparroco don Carlo Cattaneo – con un bel gruppo di educatori maggiorenni e una ventina di adolescenti che curano la parte organizzativa».

Complessivamente siamo pienamente soddisfatti dei risultati che abbiamo ottenuto. I ragazzi sono disciplinati e seguono le regole che abbiamo loro indicato in materia di sicurezza e di distanziamento in tempo di Covid 19.

Si tratta di un’estate di piccoli luoghi diffusi da connettere e da curare come una vera squadra, una comunità educante, con proposte esigenti e divertenti, sicure e dense di vissuto. L’orario dell’oratorio di Garlasco prevede la sola mattina dalle 9 alle 12,30. “Summerlife – Per fare nuove tutte le cose” si pone in continuità con il progetto “Aperto per ferie” promosso dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Italiana. Tiene conto dei materiali proposti in esso, adattandoli alle specificità del territorio e integrandoli con tematiche educative finalizzate a sostenere la crescita delle giovani generazioni in questo tempo davvero particolare.

Davide Zardo
Mauro Depaoli

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