I gradini del santuario del Sacro Cuore di Gesù, in via Trento a Vigevano, sono nove.
VOCI ANGELICHE Nove come i cori in cui secondo la tradizione ebraica e cristiana è suddivisa la gerarchia celeste: serafini, cherubini, troni, dominazioni, virtù, potestà, principati, arcangeli e angeli. E proprio quando si arriva all’ultimo scalino, sembrano voci angeliche quelle che verso le tre del pomeriggio echeggiano all’interno della chiesa, dietro l’altare maggiore. Sono le suore Sacramentine, più propriamente appartenenti all’ordine delle Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento, che pregano l’ora nona cantando. Un monastero di clausura, il loro, dedito all’adorazione eucaristica e alla preghiera d’intercessione. «Il vescovo De Gaudenzi – spiega suor Jennifer, la madre superiora – aveva voluto le suore qui a Vigevano perché pregassero per il clero e per la città. Riceviamo continuamente richieste di preghiera anche da fuori regione, per telefono, posta, e-mail, e qualcuno addirittura viene qui di persona per affidarci le sue preoccupazioni, per chiedere un’intercessione particolare».
L’ADORAZIONE «Nell’adorazione eucaristica le suore – mentre riconoscono nel sacramento il Cristo come loro Signore, adempiono un compito affidato dalla Chiesa: danno a Gesù Eucaristia una presenza di cuori che l’amano, adorano, ringraziano, intercedono, riparano per tutti». Il cappellano del monastero e rettore del santuario è don Luca Fratelli, mentre l’assistente spirituale è don Paolo Ciccotti. Madre Jennifer viene dal Kenya, dal monastero di Karema che è stato fondato nel 1975 da una lomellina, suor Maria Diletta Manera, di Mede.
È stata la mia madre maestra – racconta la superiora – e riusciva a trasmettere il carisma della fondatrice del nostro Ordine, la beata Maria Maddalena dell’Incarnazione. E su di lei ha fatto un gran lavoro scrivendo anche libri in lingua inglese. Anche se laureata in chimica, aveva maniere semplici, era molto diretta.
SUL TRATTORE Anche madre Jennifer, dietro a modi affabili, rivela abilità insospettate. Oltre a dipingere icone e decorazioni e a curare il sito web del monastero, suona l’armonium durante le preghiere e la messa domenicale, alla quale le monache partecipano da oltre una grata, invisibili all’assemblea. Ed è sempre lei che guida il trattore in quello che gli abitanti chiamano “il polmone di Vigevano”, un vasto appezzamento che si stende fino a via Trieste con fiori, piante da frutta e da orto. Quando non pregano, infatti, le suore di via Trento lavorano la terra e allevano circa 200 galline. «Facciamo anche lavori di ricamo, rammendi, calligrafia e scrittura gotica su pergamena – racconta madre Jennifer – Tanti vigevanesi vengono da noi a farsi cucire gli abiti, anche qualche sacerdote per le tovaglie d’altare e le vesti da messa. È così che ci manteniamo».
«A 22 anni ho fatto il salto di qualità»

Soprattutto è nella preghiera che il monastero di via Trento dà il meglio di sé, con tutte le suore impegnate in turni di adorazione eucaristica 24 ore su 24. Ogni turno dura circa un’ora e l’avvicendamento di chi si dà il cambio è scandito da tre tocchi di campana. «Una volta suonava anche di notte – raccontano le suore – ma qualcuno dei vicini si è lamentato». Poi ogni giorno ci sono sette momenti di preghiera comunitaria, a partire dalle 5.30: mattutino (con una meditazione chiamata “atto comune”), lodi (seguite dalla Messa), ora terza, sesta, nona, vespri e compieta. «Siamo in diciotto – spiega madre Jennifer – e sembra una cifra alta, ma una volta il monastero era molto più numeroso». Come è nata la sua vocazione? «L’ho sempre avuta, ho studiato con suore di vita attiva. Poi a 22 anni ho voluto fare il “salto di qualità” e sono entrata in clausura, lasciando tutto per la vita contemplativa».
«Il carisma è adorare Gesù, sempre»

Suor Maria Rosaria, madre vicaria e napoletana verace, nel monastero di Vigevano dal 1987, ha preso i voti giovanissima: «A 16 anni. Ho sempre avuto il desiderio di essere con il Signore. Pregare è tutto, per noi; nel Vangelo secondo Matteo, Gesù dice che “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Il nostro carisma è proprio questo: adorare Gesù nell’eucaristia notte e giorno». Le suore in tutto sono diciotto, le più giovani sono quattro consorelle di 21 anni, mentre la più anziana ne ha 84. «Prima di suor Jennifer – racconta suor Maria Rosaria – la superiora era madre Pacis, una vera e propria artista, che ha decorato varie parti del santuario, e che è rimasta in carica fino alla morte. Il suo posto è stato preso da suor Jennifer, che è stata la vicaria per sei anni. Era arrivata a Vigevano nel 2008 per la beatificazione della madre fondatrice, e poi si è fermata qui».
La storia: nelle forme del neogotico un Mistero più grande
Entrare in una chiesa è sempre un affacciarsi al Mistero e lasciarsi abitare da una presenza più alta, che suscita interrogativi profondi.
LA PRESENZA DI DIO Questo si evidenzia entrando nella chiesa del Sacro Cuore, annessa al monastero delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, quasi in forma di contrasto, di chiaroscuri tra la società attuale e la soglia di un mondo che sembra essere altrove, rispetto al degrado creatosi nell’assenza di valori eterni e assoluti. La storia dell’edificio parte nel 1908, quando la nobildonna vigevanese Francesca Manara Negrone lascia in eredità alle Adoratrici Perpetue di Vigevano (che nel monastero di via Deomini sono ormai circa sessanta) un terreno di 60 pertiche milanesi per la costruzione dell’attuale monastero di via Trento. Madre Maria di Gesù Bacchialoni dà quindi disposizioni per erigere monastero e chiesa, aiutata da suor Maria del Sacro Cuore Vittadini, abile architetto che collabora attivamente con i tecnici nell’ideazione e nell’esecuzione dell’intero progetto.
STILE NEOGOTICO Il complesso architettonico presenta al centro la cappella, realizzata in forme neogotiche con struttura decorativa in cemento prefabbricato, rifinita con elementi scultorei e finiture pittoriche di raffinata forma ed esecuzione. Annesso alla cappella c’è il campaniletto, anch’esso in forme neo-gotiche, il tutto allo scopo di suscitare sia nell’animo delle monache che dei visitatori una predisposizione alla preghiera e alla meditazione eucaristica. Il 6 giugno 1912, solennità del Corpus Domini, la comunità delle suore si può trasferire nel nuovo edificio, ma anche se la costruzione del monastero è ormai terminata, non lo è quella della chiesa, che viene completata solo nel 1914. La consacrazione avviene con grande solennità il 26 settembre dello stesso anno ad opera di monsignor Pietro Berruti, vescovo di Vigevano.
Davide Zardo